Terrorismo, sale l’allerta: più sicurezza nei porti
ROMA. La situazione internazionale e l’altissima tensione in Libia e Siria, hanno inevitabilmente fatto alzare il livello d’allarme in Occidente. In Italia, soprattutto, Trieste compresa. Così ieri la Guardia costiera ha deciso di aumentare i controlli nei porti italiani in cui transitano e fanno scalo navi traghetto e crociere.
Nel capoluogo del Friuli Venezia Giulia saranno aumentati i controlli sia sul traffico passeggeri che su quello commerciale. Secondo fonti interne, la Guardia costiera triestina non riceverà personale di rinforzo da altri reparti della Marina militare: piuttosto per sorvegliare aree e manovre potenzialmente sensibili, con controlli definiti “mirati”, sarà chiesta la collaborazione delle altre Forze armate e di sicurezza. Alla Guardia costiera spetterà il coordinamento di personale ed operazioni.
A Trieste, fanno notare le fonti, non vi è comunque alcun allarme specifico. È chiaro però che la particolarità dello scalo e delle sue infrastrutture, come l’oleodotto, e la vicinanza del confine, richiedano attenzioni particolari. L’attivazione segue una nota inviata dal comandante generale Vincenzo Melone a tutte le Capitanerie di porto, con la quale si dispone di alzare l’allerta al livello 2: un dispositivo che impone una percentuale maggiore di verifiche su veicoli e passeggeri. L’innalzamento delle misure non è però dovuto a un allarme specifico, hanno tenuto a sottolineare i vertici della Guardia costiera, ma alla necessità di aumentare l’attenzione vista la situazione internazionale e il periodo di maggiore traffico e transito di passeggeri previsto negli scali.
È per questo che antiterrorismo e intelligence ribadiscono che non vi sono elementi concreti che possano far ritenere imminente un attentato in Italia, ricordando, tra l’altro, che in caso di minaccia concreta non spetta certo alla Guardia costiera prendere iniziative in materia di sicurezza. Anche il capo della Polizia di Stato Franco Gabrielli ha voluto chiarire il significato del provvedimento. «L’aumento del livello fatto dalla Guardia costiera non ha nulla a che fare con i discorsi Libia sì Libia no – ha ribadito –. Il provvedimento è scaturito da una recente riunione del Comitato interministeriale, per la sicurezza marittima e dei porti, nel quali i vari soggetti hanno preso la decisione, per il contesto complessivo che stiamo vivendo, di innalzare i livelli dei controlli. È una presa d’atto di una situazione complessiva e credo che questo vada nel senso degli sforzi che stiamo compiendo in tutti gli ambiti per aumentare il più possibile il livello di sicurezza». D’altronde spiegano dal Viminale è dal 14 novembre 2014, il giorno dopo gli attacchi di Parigi, che l’Italia ha alzato l’allerta. Nelle circolari inviate nelle settimane scorse, inoltre, il Viminale aveva già disposto un rafforzamento delle misure cosiddette “statiche” e dei controlli sui passeggeri, anche aumentando il personale in borghese per individuare eventuali sospetti, consapevole del fatto che ad agosto porti, aeroporti e stazioni sono esposti a un rischio maggiore, visto l’alto numero di presenze nelle strutture.
Le nuove misure della Guardia costiera sono già operative e questo comporterà, molto probabilmente, l’allungarsi delle attese agli imbarchi. Così ha scritto l’ammiraglio Melone mercoledì: «Si dispone alle autorità designate l’elevazione del livello di security a 2 per gli impianti portuali destinati al traffico crocieristico e passeggeri. Quanto disposto venga immediatamente notificato per l’implementazione delle relative misure di security» agli ufficiali responsabili nei porti. Il dispositivo prevede in particolare maggiori controlli ai varchi portuali, dove entrano solo i veicoli muniti di biglietto, una percentuale più alta di veicoli e passeggeri controllati, che dovrebbe passare dal 25% circa del livello 1 a un massimo del 50% del livello 2, un monitoraggio più accurato di tutte le aree degli scali.
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