Terrazza panoramica sopra un albergo con stanze vista mare
TRIESTE Il progetto completo porterebbe a Trieste un museo unico nel suo genere in tutta Europa. Così Cantamessa ricorda lo scenario finale, qualora si riuscissero a reperire i finanziamenti necessari. Sulla parte fronte mare troverebbe posto un hotel, con un design già pensato da un noto studio di architetti di Milano. Uno spazio panoramico sarebbe garantito da una cupola e da una terrazza affacciata sui binari e i treni storici. Le stanze consentirebbero una vista sia verso il mare sia verso gli ambienti interni.
Il range di budget necessario va in realtà dai 12 ai 18 milioni, se si aggiungono anche tutti gli arredi per l’allestimento dell’albergo. Dalla stazione partirebbe una tratta di convogli a beneficio soprattutto dei turisti, che sempre da Campo Marzio potrebbero poi raggiungere anche altri luoghi caratteristici della città, come Miramare.
Previsto inoltre un bar, che renderebbe la piazza un luogo di ritrovo non solo per i turisti ma anche per i triestini, tanto più se si riuscisse a completare la copertura. E al centro della stazione treni storici da ammirare e da utilizzare.
Dai costi poi è esclusa la gestione vera e propria della parte ricettiva, che andrebbe affidata dopo una gara specifica.
«Recuperare la parte frontale della stazione e trasformarla in albergo è un’idea vincente – commenta anche Roberto Carollo, ingegnere e direttore del museo ferroviario –. Sarebbe un caso unico nel suo genere: un museo ferroviario ospitato in una stazione di testa, che comprende anche un hotel. Per gli appassionati del settore un luogo speciale, ma penso anche ai turisti in generale, che arriverebbero in città con un treno storico, e che poi potrebbero facilmente raggiungere il centro a piedi, in poco tempo. Penso anche a un possibile collegamento con le navi da crociera, che ormai sono sempre più frequenti a Trieste. La linea ferroviaria inoltre non impegnerebbe quella centrale, un grosso vantaggio per gli spostamenti su rotaia. Per il momento il progetto nel suo complesso resta un grande sogno – conclude Carollo – che spero davvero prima o poi si possa realizzare». —
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