Strage di negozi: da piazza della Borsa al Viale oltre 80 serrande abbassate

Trieste: lungo l’elenco dei fori in attesa di riuso, decine le proposte immobiliari di vendita o di locazione. Paoletti: una tassa per chi lascia gli spazi sfitti oltre un certo tempo
Silvano Trieste 24/12/08 Salone degli Incanti, Sopralluogo, Studio fattibilita'
Silvano Trieste 24/12/08 Salone degli Incanti, Sopralluogo, Studio fattibilita'

Si parte da piazza della Borsa, si passa per corso Italia, si attraversa il Borgo Teresiano fino a raggiungere via Carducci. E in questo percorso si contano 59 fori commerciali chiusi, senza includere quelli ormai locati ma ancora da aprire di Galleria Tergesteo. Calcolando invece le serrande abbassate tra viale XX Settembre e le sue trasversali via del Toro, via Nordio, via Crispi, Ginnastica e Rossetti di serrande abbassate se ne aggiungono altri 23.

Alcuni degli spazi sfitti, in vendita o in attesa di una nuova attività che ridia loro vita, sono anche di ampie dimensioni, e in zone di prestigio. Molti un tempo erano occupati da realtà che hanno fatto la storia della vendita al dettaglio a Trieste. Basti pensare alle vetrine vuote della Serica di via Mazzini, agli spazi ora sfitti del Bestiario in piazza Tommaseo o a quelli un tempo occupati dalla gioielleria-argenteria Trevisan di piazza della Borsa.

Il timore, ogni volta che un esercizio commerciale chiude, è che le serrande arrugginiscano, che le vetrine vengano coperte da manifesti o vecchie pagine di quotidiani e che su quell’angolo di città cali per sempre il buio. Del resto, scorrendo gli annunci immobiliari è frequente imbattersi in proposte d'affitto o di vendita per locali d'affari. Ma i canoni di locazione, specialmente nel centro cittadino, sono volati alle stelle. E chi possiede un foro - magari piccolo - fronte strada cerca di trarne il massimo beneficio economico possibile.

Va evidenziato però che per le vie in cui il Comune è intervenuto o ha intenzione di intervenire con la pedonalizzazione l’interesse è decisamente maggiore. In questo momento gli occhi sono puntati su via Mazzini. Via Imbriani, dove comunque il traffico dovrebbe venire interdetto ai veicoli, ha di recente visto la chiusura di due attività commerciali storiche come La Cicogna e Bottega Antiquaria. Le zone più critiche sono la parte alta di corso Italia e via Carducci nel tratto che dai volti di Chiozza porta fino al Mercato coperto. Senza parlare di via Gallina, che malgrado il suo frenetico via vai conta in pochi metri due locali chiusi che in passato ospitavano un bar e una gioielleria.

«È un momento critico – ammette Antonio Paoletti, presidente della Camera di commercio – speriamo come previsto che la luce in fondo al tunnel arrivi a fine estate. C’è un minimo interesse per le zone centrali, ma in periferia si assiste alla desertificazione».

Ed esaminando proprio il doppio dato dei locali commerciali sfitti e degli affitti elevati, Paoletti suggerisce «una tassa per chi dopo un certo periodo non li dà in locazione, così da incentivare i proprietari a non tenere fori vuoti. Il Comune - spiega Paoletti – potrebbe prendere in considerazione questo escamotage che viene applicato anche a Salisburgo, partendo dal presupposto che un negozio chiuso lede in qualche modo la bellezza della città».

Andando alcuni anni fa ad analizzare il sistema commerciale della città austriaca il presidente camerale aveva raccolto altri spunti, come l’obbligo per dipendenti e titolari dei negozi di usufruire di parcheggi lontano dal centro per lasciare spazio agli acquirenti. «Andrebbe valutata l’eventuale pianificazione del commercio – continua Paoletti – per non ritrovarsi una via con soli bar o rivendite di calzature, e magari senza un calzolaio nel raggio di chilometri». La proposta del presidente è quella di programmare un’offerta commerciale mista che includa in ogni zona esercizi pubblici, negozi, botteghe artigiane e locali adibiti a servizi. «Sono poi favorevole a una totale pedonalizzazione del centro – aggiunge – magari con la possibilità di muoversi su bus elettrici».

Fa invece pressing sulla giunta comunale per il nuovo piano del traffico Franco Rigutti, presidente regionale di Confcommercio: «Noi con diverse iniziative cerchiamo di vivacizzare il centro – dice – ma visti i risultati ottenuti commercialmente dalla pedonalizzazione di alcune vie, il Comune deve approvare il piano traffico il prima possibile: servirebbe per guardare al futuro con più ottimismo. Per attrarre nuovi investitori ci vogliono maggiori certezze – conclude Rigutti – entro fine anno prevedo comunque una ripresa».

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