Stop agli sprechi, una legge per donare

Diventerà più facile devolvere generi alimentari e medicinali. Sì della Camera, adesso tocca al Senato

ROMA. La Francia ci è arrivata il 3 febbraio scorso. L’Italia un mese e mezzo dopo. Il via libera della Camera (il testo ora passa al Senato) al testo che unifica per le proposte di legge per la donazione e la distribuzione di prodotti alimentari e farmaceutici è un enorme passo avanti contro gli sprechi.

Gli sprechi, in questo campo, valgono 12,5 miliardi di euro all’anno e il provvedimento semplifica le procedure per la cessione gratuita degli alimenti ai fini di solidarietà sociale precisando che le operazioni svolte dagli operatori del settore alimentare devono essere a titolo gratuito e destinate a persone indigenti. Nel testo viene prevista anche la cessione delle eccedenze di prodotti agricoli in campo o di allevamento idonei al consumo umano ed animale.

La proposta di legge rifinanzia con 2 milioni per il 2016 il Fondo per la distribuzione di derrate alimentari alle persone indigenti e istituisce al ministero delle politiche agricole alimentari e forestali un Fondo, da un milione l’anno dal 2016 al 2018, destinato al finanziamento di progetti innovativi per la limitazione degli sprechi e all’impiego delle eccedenze e per promuovere la produzione di imballaggi riutilizzabili o facilmente riciclabili. Il provvedimento regola i requisiti, anche in termini di conservazione, per mettere la sicurezza al centro del sistema, così da garantire le norme igienico-sanitarie.

Cedere le eccedenze alimentari diventa più funzionale: la comunicazione sulle cessioni, comunicata per via telematica agli uffici dell’amministrazione finanziaria o ai comandi del Corpo della guardia di finanza competenti, va fatta pervenire per esempio entro la fine del mese cui si riferiscono le cessioni gratuite non è più preventiva. Altre misure sono importanti dal punto di vista fiscale: le attività commerciali, industriali o produttive possono godere di una riduzione sulla tassa per i rifiuti, «proporzionale alla quantità, debitamente certificata, dei beni e dei prodotti ritirati dalla vendita e oggetto di donazione».

Segrè: e ora fare educazione nelle scuole
Bologna - 02/03/2015 - Andrea Segrè preside della Facoltà di Agraria dell'Università degli Studi di Bologna e presidente di Last Minute Market e di CAAB centro agroalimentare di Bologna con Simone Arminio (Photo by Roberto Serra / Iguana Press)

Il testo mira anche a mettere ordine negli aspetti più tecnici, con distinzioni chiare anche tra termine minimo di conservazione e data di scadenza, uno dei punti sul quale spesso si arena, anche tra privati, la chiarezza su cosa si può mangiare o no, con ripercussioni sullo spreco e sulla stessa volontà di donazione. Inoltre le eccedenze alimentari non idonee al consumo umano «possono essere cedute per il sostegno vitale di animali e per la destinazione ad autocompostaggio o a compostaggio». La legge promuove anche un altro strumento antispreco: le doggy bag nei ristoranti, ovvero la possibilità di raccogliere in una confezione gli avanzi del proprio pasto, pagato ma non consumato fino alla fine, e poterlo così portare a casa. In Italia siamo ancora in fase sperimentale, ma all’estero è una pratica molto popolare.

Secondo una stima della Caritas, dal pomodoro che, come gli altri prodotti che hanno la dicitura “da consumarsi preferibilmente entro” può essere usato anche dopo la scadenza, al pane che può essere congelato a fine giornata, sono molti i cibi che si possono recuperare. Si calcola che sui 5,1 milioni di cibo che viene buttato sarà possibile recuperarne 30mila tonnellate nel prossimo triennio.

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