Stefano Pace è il nuovo sovrintendente del teatro Verdi

Superati Claudio Orazi, il cui mandato era scaduto a fine 2014, e Domenico Balzani
Stefano Pace (al centro con gli occhiali) in una foto assieme a Bill Clinton
Stefano Pace (al centro con gli occhiali) in una foto assieme a Bill Clinton

Niente usato sicuro. Meglio cambiare, puntare sul rombo di un motore nuovo. Così ha deciso il consiglio di indirizzo: Stefano Pace è il nuovo sovrintendente del teatro Verdi. L’indicazione verrà inoltrata al ministro dei Beni e delle attività culturali Dario Franceschini, per l’approvazione definitiva. Ma questo passaggio finale è solo una pura formalità.

La fumata bianca è arrivata nella serata di ieri, dopo il rinvio di 24 ore motivato dalla volontà di prendere questa delicata decisione alla presenza di tutti i componenti di quello che è a tutti gli effetti, sebbene sotto altro nome in ossequio alla riforma, il cda della Fondazione teatro lirico Giuseppe Verdi.

Pace, direttore tecnico alla Royal Opera House Covent Garden di Londra e in carriera - fra le altre esperienze - anche direttore degli allestimenti all’Opera National de Paris e al Palau de les Arts di Valencia, torna dunque a ricoprire un incarico di rilievo in Italia a tre anni di distanza dall’ultima volta, quando aveva curato il restauro del San Carlo a Napoli. Insomma, è stato Pace, scenografo e architetto, a uscire vincitore dallo sprint a tre cui si era arrivati con la nomina in ballo.

Teatro Verdi, la corsa si restringe a tre
Il teatro Verdi di Trieste

Superati con un colpo di reni sia Claudio Orazi, l’“usato sicuro”, commissario del Verdi dal novembre del 2011 e fatto poi sovrintendente un anno più tardi dopo aver salvato il teatro dal fallimento (il suo mandato era scaduto lo scorso 31 dicembre), sia il terzo nome in corsa cioè quello del baritono Domenico Balzani, cantante lirico e professore di project management, organizzazione e legislazione dello spettacolo in diversi conservatori e accademie, senza esperienze di direzione in istituzioni di alcun genere.

E forse questa casella mancante nel curriculum avrà avuto il suo peso nella decisione del consiglio di indirizzo, entrato in carica lo scorso 12 febbraio e la cui composizione - è bene ricordarlo - è articolata in cinque unità: il sindaco e presidente della Fondazione Roberto Cosolini, i consiglieri Stefano Crise e Rosaria Marchese (indicati dal ministero), Paolo Marchesi (rappresentante del Comune) e Renato Quaglia (l’uomo della Regione nel board).

Attorno alle 18.45, ieri, l’inizio della riunione decisiva, giunta alla conclusione dopo circa un’ora. Più tardi, la comunicazione a conferma della nomina: «Il consiglio di indirizzo con voto unanime ha deciso di proporre al ministero la candidatura del dottor Stefano Pace a sovrintendente del teatro Verdi. Tale decisione matura dopo un attento esame di più candidature come espressamente richiesto dallo statuto attuativo della legge di riforma. Il consiglio di indirizzo ringrazia il dottor Orazi per il lavoro svolto negli ultimi tre anni, che ha consentito, in collaborazione con il consiglio di amministrazione, di affrontare un momento estremamente difficile, ponendo le basi per il suo superamento.

Il consiglio ritiene necessario, nella fase che si apre, un grande sforzo di innovazione per il rilancio dell’istituzione attraverso un suo forte radicamento nella città, la crescita del pubblico e la costruzione di forti rapporti nazionali e internazionali». Al nuovo sovrintendente la legge e quindi lo statuto affidano poteri più ampi rispetto al passato: Pace sarà allora l’“unico organo di gestione” della Fondazione teatro lirico Giuseppe Verdi mentre il consiglio di indirizzo ha il compito di operare con l’obbligo di assicurare il pareggio di bilancio.
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