Sotto il solaio nuovi affreschi, stop al restauro di Villa Louise
Gli operai scoprono un’orditura settecentesca di valore. Arriva la Soprintendenza. Rallentamenti stimati in mesi
GORIZIA Stop: il cantiere di Villa Louise da qualche giorno è chiuso. Ma non si tratta della solita storia di burocrazia o di contenziosi tra appaltante a appaltatore. A bloccare l’intervento di restauro dello storico palazzo di largo Culiat questa volta è un inatteso rinvenimento. Gli operai hanno trovato un’orditura storica settecentesca considerata di grande valore storico.
Anche se l’unica immagine disponibile delle travi decorate non è illuminante e non è in grado di riportare tutta la bellezza dell’opera, i lavori sono stati temporaneamente sospesi e la scoperta è stata segnalata alla Soprintendenza di Trieste.
Il prestigioso edificio goriziano di proprietà della Fondazione Coronini Cronberg ha dunque conservato segretamente fino a oggi un’orditura storica settecentesca di cui nessuno aveva notizia. L’intervento di recupero funzionale in atto è iniziato a fine gennaio grazie al contributo della Regione e il ritrovamento - emerso durante la rimozione del tavolato del solaio nel sottotetto - ha destato piacevole stupore. «Siamo abituati a blocchi di lavori dovuti al fallimento delle ditte, questo è diverso e, in fondo, fa piacere», ha commentato il sindaco Rodolfo Ziberna, nella sua veste di presidente della Fondazione Coronini Cronberg aggiungendo poi: «Il rallentamento sarà solo di pochi mesi. Nei prossimi giorni vedrò gli architetti e capiremo come modificare il progetto. Anziché un unico lotto, l’intervento sarà diviso in due parti, ma non ci saranno perdite di tempo, solo qualche modifica tecnica per difendere, ma soprattutto valorizzare questa scoperta. È come se il palazzo avesse un quadro in più ed è la conferma di quanto Villa Louise sia preziosa».
La Fondazione Palazzo Coronini Cronberg e l’Ater di Udine (incaricata di coordinare l’intervento, ndr), insieme ai funzionari della Soprintendenza di Trieste, hanno visionato l’area più volte, in modo da decidere le strategie di protezione delle travi decorate, per avviare poi nuove indagini storiche e stratigrafiche sugli intonaci del vano sottostante.
«Le imprevedibili e interessanti scoperte hanno imposto di rivedere e modificare in corso d’opera le scelte operative finora attuate - scrive in una nota la Fondazione -. In un’ottica di interventi organici e di recupero complessivo dello stabile, in questa fase si è scelto quindi di procedere alla riduzione di alcune opere in appalto che altrimenti avrebbero interferito con le strategie di conservazione delle scoperte emerse».
«I nuovi ritrovamenti - prosegue la nota - influiranno anche sulle scelte progettuali future: le maggiori energie saranno convogliate nelle stanze al piano nobile e al solaio del sottotetto per conservare al meglio gli apparati decorativi esistenti noti e scoperti di recente, a testimonianza della storia e del prestigio della villa, almeno fino a nuove auspicate scoperte».
Grazie all’accurato lavoro di riqualificazione che lo riporterà all’originario splendore, lo stabile di largo Culiat 7 diventerà un incubatore per imprese culturali e creative. Il primo lotto dei lavori, comprendente il restauro conservativo della copertura del corpo centrale e delle due torrette laterali è stato affidato all’impresa Mari&Mazzaroli di Trieste, ditta che si è aggiudicata la gara di appalto, per un valore di circa 420 mila euro. Complessivamente, grazie alla Regione, gli interventi di restauro possono contare su uno stanziamento di 5 milioni di euro. —
Riproduzione riservata © Il Piccolo
Video