Sloveno in aula, Furlanic attacca: «Meglio Romoli di Cosolini»

Il presidente del Consiglio comunale contro il sindaco: «Il suo collega di Gorizia ha più sensibilità e coraggio». La replica: niente in contrario, ma ho detto che i soldi possono essere spesi meglio
Roberto Cosolini e Iztok Furlanic nell'aula del Consiglio comunale
Roberto Cosolini e Iztok Furlanic nell'aula del Consiglio comunale

«Sull’uso dello sloveno ha maggiore sensibilità e coraggio il sindaco di Gorizia, Romoli (che è di Forza Italia, ndr.) che quello di Trieste, Cosolini». L’affermazione è del presidente del Consiglio comunale, Iztok Furlanic (Rifondazione comunista) e disegna uno sorta di “scontro istituzionale” in municipio tra giunta e vertice del Consiglio su un tema di dissidio storico in città, ma che negli ultimi anni sembrava sopito. «Piuttosto che pagare un servizio di traduzione simultanea, è meglio dare quei soldi a una biblioteca slovena», aveva affermato Cosolini. Ma ieri Furlanic è tornato con veemenza sull’argomento sottolineando come le dichiarazioni del sindaco e di altri consiglieri lo inducano «a esprimere il mio più profondo disagio e delusione, se non addirittura sdegno.

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Il consiglio comunale di Trierste

A parte il fatto che si può consentire l’uso dello sloveno dando la possibilità ai consiglieri di autotradurre il proprio intervento - sottolinea il presidente del Consiglio - risparmiando così i costi di impianto e interprete, ritengo che queste spese rientrino pienamente nei cosiddetti “costi della democrazia”. Questi costi evidentemente possono essere sostenuti dal “grande” Comune di Koper-Capodistria dove si può intervenire in entrambe le lingue (e la stragrande maggioranza non necessita di cuffie per la traduzione degli interventi in italiano essendo obbligatorio nelle scuole studiare anche la lingua del gruppo etnico italiano), ma non dal “piccolo” Comune di Trieste che invece trova i soldi per targhe a commemorare eventi inesistenti». La stilettata finale è il riferimento all’impegno preso dal sindaco di apporre una targa per ricordare la fine dell’occupazione jugoslava il 12 giugno 1945 che, in una mozione approvata dallo stesso Consiglio con l’unico voto contrario di Furlanic, viene fatta coincidere anche con la fine della Seconda guerra mondiale per Trieste.

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«Furlanic ha preso cavoli per capuzzi - controreplica Cosolini con frase forse ironicamente dialettale e non italiana - io mi sono espresso infatti favorevolmente a che ogni consigliere possa anche autotradurre il proprio intervento in sloveno, ma ho invece espresso preoccupazione sull’eventualità di un servizio di traduzione simultanea ritenendo che una spesa di questo tipo possa venir più proficuamente fatta per altri interventi finalizzati a valorizzare la lingua e la cultura slovene. Del resto gli ricordo - continua il sindaco - che innumerevoli sono stati in questi tre anni e mezzo gli interventi e i provvedimenti attuati da questa giunta comunale proprio per favorire l’interscambio linguistico e culturale italo-sloveno. D’altro canto lui non ha mai portato nella Conferenza dei capigruppo che presiede alcuno stimolo in questo senso: spetteva a lui proporre una modifica del regolamento del Consiglio per introdurre l’autotraduzione degli interventi».

«A questo punto meglio votare Romoli?», si chiede estremizzando Furlanic. «Guai - sostiene il sindaco - accomunare la posizione mia e di altri consiglieri quali Sossi e Decarli con le reazioni scomposte della destra retriva». Non si sa se in quest’ultima categoria possa essere collocato, secondo Cosolini, anche Pierpaolo Roberti, segretario della Lega Nord Trieste che in una nota afferma che «premesso che la Lega è da sempre attenta alle specificità territoriali e alle minoranze etniche e linguistiche, la decisione di impegnare soldi pubblici non per una reale tutela degli sloveni, ma per permettere ad alcuni politici di giocare con le cuffiette appare assolutamente fuori luogo. Purtroppo - aggiunge Roberti - è l’ennesima dimostrazione di quanto distante sia questa amministrazione dai problemi dei triestini».

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