Slovenia, giornalisti compatti: no alla legge Janša sulla stampa

Forte supporto offerto dai colleghi croati che varano un documento contro le nuove norme. Minate l’indipendenza della Tv pubblica e dell’agenzia Sta

LUBIANA Libertà di stampa bene prezioso di questi tempi nei Balcani occidentali. Al punto che anche la Croazia, dove la situazione non è certo all’acqua di rose, si schiera a fianco dei colleghi sloveni contro la proposta di modifica della legge sulla stampa messa in cantiere dal governo del premier Janez Janša (destra populista). E così che l'Associazione croata dei giornalisti (Hnd) e la Lega croata dei giornalisti (Hnz) hanno condiviso le preoccupazioni dei colleghi della Radio Televisione della Slovenia (Rtvs) in merito alle modifiche proposte a tre leggi nel campo dei media.

Secondo i giornalisti croati, la proposta di distribuzione del contributo alla Radio e Televisione della Slovenia non è solo un colpo all'indipendenza del servizio pubblico, ma minaccia anche la sua sopravvivenza. Le due associazioni di categoria di Zagabria hanno inoltre attirato l'attenzione sulla proposta in base alla quale il governo potrebbe determinare la nomina della direzione di Radio e Televisione della Slovenia nonché di quella della Sta, l'agenzia di stampa slovena, assicurando così un controllo capillare sulla politica editoriale nazionale.

«Riteniamo che tali proposte per la legislazione sui media mettano seriamente in pericolo la sopravvivenza del servizio pubblico svolto da Radio e Televisione della Slovenia - affermano in una dichiarazione comune Hnd e Nhz - mentre il giornalismo indipendente e professionale devono essere una garanzia per mantenere e controllare la democrazia di ogni società». Le due associazioni croate dei giornalisti sono convinte che leggi così importanti debbano essere oggetto di una discussione più lunga, approfondita e di alta qualità con la partecipazione di esperti, giornalisti e pubblico interessato. «Un racconto dei fatti indipendente, libero e obiettivo - precisano - è fondamentale per lo sviluppo e il mantenimento della democrazia, con i servizi pubblici che svolgono un ruolo importante. Per la sopravvivenza del servizio pubblico poi e per la piena realizzazione del suo ruolo, sono necessari finanziamenti sicuri e stabili».

La scorsa settimana, il ministero della Cultura ha pubblicato su e-democrazia, una proposta su tre leggi sui media, vale a dire modifiche alla legge sui media, modifiche alla legge su Rtvs e modifiche alla legge sull'agenzia di stampa slovena (Sta) e ha reso disponibili solo pochi giorni per la discussione. Le proposte di modifica della distribuzione del contributo a Rtvs sono quelle maggiormente contestate. Queste prevedono che il tre percento del contributo raccolto l'anno scorso venga destinato alla Sta e il cinque percento per la realizzazione dell'interesse pubblico nel campo dei media. La legge sui media modifica anche la definizione di interesse pubblico, mentre la proposta di modifica della legge sulla Sta contiene nuove norme sulla nomina delle autorità di vigilanza, che dal Parlamento passa al governo, e sul licenziamento del direttore dell’agenzia di stampa. —

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