Sloveni, la “spartizione” della torta da 10 milioni

L’avvocato Skerk rende pubblica per la prima volta la lista degli assegnatari dei fondi pubblici erogati dallo Stato Italiano e dalla Repubblica di Slovenia
Lasorte Trieste 14/05/08 - Via Petronio - Teatro Sloveno - Kulturni Dom
Lasorte Trieste 14/05/08 - Via Petronio - Teatro Sloveno - Kulturni Dom

Un fiume carsico di denaro che da Roma e Lubiana riemerge a Trieste, Gorizia e Cividale alimentando una ventina di istituzioni e una miriade di enti e associazioni minori. Oltre 10 milioni di fondi pubblici solo nel 2013 destinati alla minoranza slovena: quasi 3 milioni dalla Slovenia (Ufficio del governo per gli sloveni d’Oltreconfine e del mondo, delibera Z-IT-006 del 5 aprile 2013) e oltre 7 milioni dalla Repubblica italiana (tramite la Regione autonoma Friuli Venezia Giulia, decreto 782 del 18 aprile 2013). La “grande spartizione” è stata resa pubblica dall’avvocato Giuseppe Skerk, ex consigliere regionale e padre fondadore dell’Unione slovena, dopo l’annuncio della chiusura della “Tržaška knjigarna - Libreria triestina” di via San Francesco per un deficit di 50mila euro. «Le due Associazioni di riferimento Skgz e Sso hanno impedito in tutti questi anni la pubblicazione e quindi la conoscenza del riparto degli ingenti importi messi a disposizione dalle autorità italiane e da quelle slovene, destinati a sovvenzionare le attività culturali, sportive, scientifiche e associative della minoranza slovena in Italia» scrive l’avvocato Skerk che è anche presidente di due associazioni, il Centro d’Arte e cultura Skerk di Ternova Piccola e dell’Associazione Hermada-Soldati e civili. L’esponente storico della comunità slovena prende di mira proprio le due organizzazioni ricche che stanno lasciando morire la storica libreria della comunità slovena. L’avvocato parla apertamente di “casta slovena” e “stipendificio”. «Per l'anno 2013 i vertici, cioè la "casta slovena" della Skgz (presieduta da Rudi Pavšic) e della Sso(presieduta da Drago Štoka), si è fatta assegnare il ben sostanzioso importo di 683mila euro richiedendo inoltre, congiuntamente richiesta, di privilegiare i burocrati di talune organizzazioni aventi sedi dispendiose a Trieste e Gorizia, lasciando quasi all'asciutto il volontariato e gli operatori sul territorio» ha puntato il dito Skerk nel corso dell’ultimo caffè alla Libreria triestina di mercoledì 19 febbraio scorso. Accuse pesanti che l’avvocato non stempera di una virgola, ma rincara chiedono la pubblicazione dei finanziamenti erogati alla minoranza slovena nel corso 2013. Un’operazione di “glasnost” (trasparenza) mai avvenuta prima d’ora. Ed ecco l’elenco. La fetta più grossa della torta spetta al Centro musicale sloveno Glasbena Matica (oltre un milione di euro) seguita dalla Prae (società editrice del “Primorski Dnevnik”, 833mila euro) e dal Ssg (Teatro Stabile Sloveno, 624mila euro). Ma non basta. A Goriza due “Kulturni dom” si spartiscono 400mila euro. «All'ombra di una persistente polemica tra le "organizzazioni di riferimento" (Skgz e Sso) si sono consumati personalismi, dispersioni di risorse, scelte non motivate, calate dall'alto, che hanno avuto talvolta ripercussioni negative sulla vita della comunità slovena» denuncia l’avvocato Skerk facendosi interprete di una «condizione di disagio che serpeggia da tempo nella comunità slovena». «I criteri, le metodologie, le priorità e gli indirizzi seguiti da troppi anni - conclude l’avvocato di Ternova Piccola - hanno acuito il disagio di quanti operano, con sacrifici personali, nel vasto panorama dell'associazionismo sloveno. Forse il caso della Libreria triestina è arrivato puntuale e offre l'occasione per ridiscutere questa vitale materia». Forse.

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