Slitta la consegna dei banchi monoposto. A Trieste ritorno in aula con mascherina

In alcune scuole inevitabilmente gli alunni faranno lezione con il viso coperto. E resta il rebus degli ingressi scaglionati
Bambini in classe su banchi distanziati.
Bambini in classe su banchi distanziati.

TRIESTE Gli ormai famosi banchi monoposto, con o senza rotelle, a Trieste (come in molte altre città d’Italia) non arriveranno in tempo per l’avvio dell’anno scolastico. E anche sulla consegna dei container prefabbricati ordinati dal Comune per le scuole dell’altipiano, fino all’ultimo, potrebbe esserci qualche dubbio. Di qui una certezza, che farà poco piacere a genitori e figli: a settembre almeno una parte degli scolari triestini farà lezione in classe con la mascherina sul viso.

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E a questo dettaglio, già di per sè poco gradito, si aggiungono poi l’incertezza legata ai nuovi orari adottati dai singoli istituti per scaglionare gli ingressi degli alunni e la paura di dover fare i conti con eventuali “quarantene di classe”, obbligatorie nel caso in cui anche un solo bambino venga trovato positivo. Abbastanza insomma per parlare di autentico caos a poco meno di un mese dal suono della prima campanella dell’anno.

Come detto, una delle principali incognite riguarda l’arrivo degli arredi, i famosi banchi mobili che dovrebbero garantire i distanziamenti. Molti genitori si chiedono se davvero saranno tutti al loro posto quando i figli varcheranno la soglia dei vari istituti. «L’ invio del materiale dipende dal ministero dell’ Istruzione - ricorda l’assessore comunale all’ Educazione Angela Brandi - ma l’ indicazione generale è che saranno recapitati tra settembre e ottobre, è chiaro quindi che non tutti li riceveranno in tempo. Chi non potrà contare sulla novità all’avvio delle lezioni, utilizzerà i banchi vecchi e dovrà per forza indossare le mascherine».

Impossibile peraltro sapere a chi toccherà questa seccatura. Non è stata infatti stilata per ora alcuna lista con l’ordine e la tempistica della consegna dei banchi. Insomma l’effetto “sorpresa” è garantito.

Dovrebbero arrivare invece entro il primo giorno di scuola, sostengono dal Comune, le due casette prefabbricate noleggiate al costo da 100 mila euro e destinate all’Altipiano. Una da 400 metri quadrati servirà ad accogliere gli alunni della scuola Trubar, con aule, servizi igienici e spazi per gli insegnanti. Un’altra più piccola, da 200 mq, sarà utile ad alcune classi della Cok. «In questo caso posso assicurare che a settembre saranno operative - spiega la Brandi - è stato già effettuato l’ordine, si tratta poi solo di procedere con la consegna e l’assemblaggio dei vari moduli richiesti».

A impensierire i genitori poi ci sono anche altri rebus legati a mancate risposte da parte delle scuole. Se alcuni istituti hanno già comunicato alle famiglie i vari orari di ingresso e uscita - scaglionati per evitare gli assembramenti -, molti altri, a detta di mamme e papà, non hanno ancora provveduto a inviare informazioni chiare. E chi ha più figli vorrebbe organizzarsi in tempo.

Ma ciò che più preoccupa sono gli scenari possibili in caso di contagi. Tutte le persone entrate in contatto con chi risulterà positivo dovranno restare in quarantena, ma le famiglie si domandano come sarà gestita la situazione. Chi verificherà quanti hanno avuto contatti con il bambino? Se il personale della scuola dovrà stare a casa, come sarà organizzata la quotidianità? E per le classi in quarantena si attiverà subito la didattica a distanza? Domande che sollevano un mare di dubbi. Alle quali si aggiungono quelle relative ai soli sintomi, che facilmente, secondo molti genitori, si potranno confondere con i primi segnali dell’influenza. E si chiedono se i tamponi verranno effettuati al primo naso che gocciola o alla prima febbre. «Come li scoveranno questi casi - si domanda una mamma - con tutte le malattie e raffreddori che si portano dietro i bambini tutto l'inverno?». —
 

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