Sit-in improvvisato contro le chiusure: in 400 a Monfalcone. Ma presto la piazza diventa istituzionale

Accanto a esercenti e artigiani esponenti del centrodestra: «Prima la salute, certo, però è durissima andare avanti»

MONFALCONE. Il tam tam è partito anonimo su Instagram e Facebook, dopo una chiamata a raccolta scattata in modo informale tra una serie di commercianti monfalconesi. In piazza della Repubblica alle 19.30 di ieri (giovedì 29 ottobre), alla chiusura dei negozi, a dare voce alla protesta contro l’ultimo Dpcm del governo che da lunedì ha chiuso locali e pubblici e ristoranti alle 18 e decretato una nuova serrata per palestre, piscine, cinema, teatri e attività sportive è stata di fatto il sindaco Anna Cisint.

A Monfalcone la protesta di esercenti, artigiani e mondo dello sport contro le chiusure

È stata poi lei a coordinare gli interventi, nell’ordine, dell’assessore regionale Sebastiano Callari, venuto ad annunciare l’approvazione della legge di assestamento («quasi all’unanimità») e di nuove misure a sostegno delle categorie, di Alessia Parisi, la presidente del consorzio tra commercianti del cuore di Monfalcone VivaCentro, del direttore di Confartigianato Marco Gobbo, del primo cittadino di Gorizia Rodolfo Ziberna e del sindaco di Aquileia Emanuele Zorino. Tutti d’accordo nel mettere al primo posto la salute, ma anche il lavoro, nel giudicare incoerenti e dannose le misure assunte dal governo, prese «senza alcun coinvolgimento degli enti locali e delle categorie».

Amministratori ed esponenti di artigiani e negozianti hanno parlato davanti a una piazza affollata da circa 400 persone tra gestori e lavoratori delle palestre (in prima fila lo striscione della Muscle Factory di via dei Boschetti) e delle scuole di danza, oltre a ristoratori come Bruno Tirel, titolare di un locale a San Canzian d’Isonzo, venuto a Monfalcone assieme a moglie e figlia perché «ormai è durissima andare avanti». In piazza si sono ritrovati anche dai rappresentanti dell’Associazione per Panzano, del movimento dei Gilet arancioni e del Comitato Fvg di Liberiamo l’Italia.

Proprio dagli esponenti del movimento, che domani effettueranno un presidio in piazza della Borsa a Trieste, alla fine degli interventi è partito un “attacco” non solo al governo, ma anche all’amministrazione comunale. «Il Comune deve fare un’ordinanza di apertura fino alle 22 – ha detto al megafono Mauro Grimolizzi, uno degli esponenti di Liberiamo l’Italia a livello locale –. Non bastano le parole, ci vogliono anche i fatti». Altri appartenenti hanno poi invitato alla disobbedienza fiscale, dando una coda imprevista al comizio, che il personale della Polizia ha tenuto sotto discreto controllo.

Davanti al municipio non si è visto invece il presidente dell’Associazione commercianti Roberto Antonelli, che dalla manifestazione ha preso silenziosamente le distanze, e diversi negozianti. Alcuni anche a fronte di un avviso fatto circolare su gruppi WhatsApp che la manifestazione non era autorizzata. «Vi ringrazio perché ci avete spinto a essere tra voi – ha esordito da parte sua il sindaco Cisint, prendendo per prima il microfono –. Questa è una serata fondamentale, nata in modo spontaneo sui social. La salute è fondamentale e attraverso la salute passa la dignità, ma anche attraverso il lavoro. Le scelte fatte sono state incoerenti e da qui parte la richiesta forte a modificare l’ultimo Dpcm».

Il direttore di Confartigianato ha sottolineato invece lo sforzo, anche finanziario, effettuato dagli artigiani per mettersi in regola e poi ritrovarsi nuovamente a chiudere. «Perché poi non si vive di bonus e le cassa integrazioni non sono ancora arrivate», ha aggiunto Gobbo, pure chiedendo a voce alta che le ultime misure siano modificate, come a ruota hanno fatto anche il sindaco di Gorizia Ziberna e quello di Aquileia Zorino. «Da parte nostra faremo il possibile», ha concluso Cisint, annunciando la cancellazione della Tosap per gli esercenti anche nel 2021. —

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