Il sindaco di San Dorligo cambia nome: «Scelgo la dicitura slovena Aleksander»
Fu registrato “Alessandro” per la prepotenza di un impiegato, ma in famiglia e in tutti i contesti pubblici è conosciuto con il nome sloveno. Ora valuta di tornare al cognome di famiglia Kuret, italianizzato dal fascismo
Da Alessandro ad Aleksander. A 58 anni, alcuni mesi dopo essere stato eletto sindaco, ha deciso di cambiare nome di battesimo, dopo che le tristi vicende storiche di queste terre di confine avevano provocato una situazione che ha del paradossale.
Il protagonista di questa straordinaria storia è l’attuale primo cittadino del comune a maggioranza slovena di San Dorligo della Valle. Da qualche giorno, Coretti ha completato il percorso burocratico per poter finalmente sottoscrivere i numerosi documenti che gli competono, sia a livello istituzionale che privato, firmandosi come Aleksander. Abbandona così il nome italiano, col quale era stato iscritto all’anagrafe e col quale, per motivi di rispetto della legge, si era presentato agli elettori, nella tornata primaverile.
«A stimolarmi a iniziare l’iter del cambio di nome – spiega Coretti – è stata la mia figlia maggiore, Jana, che ha 19 anni, la quale, mentre era in pieno svolgimento la campagna elettorale, vedendo che sui manifesti e sui volantini apparivo con il nome Alessandro, mi chiese come mai non usassi invece Aleksander, che era quello con cui vengo chiamato da sempre, sia in famiglia, sia in tutti i contesti pubblici. Anzi mi disse molto semplicemente che proprio non sapeva che mi chiamassi Alessandro, rendendo così evidente una situazione più unica che rara».
Coretti spiega le origini della questione: «Quando nacqui, nel 1967, mio padre Ferdinando, che è di San Giuseppe della Chiusa, frazione nella quale vivo anch’io da sempre e alla quale tutta la mia famiglia è storicamente legata, si recò all’ufficio dell’anagrafe per fare la registrazione della nascita. Intendeva indicare il nome Aleksander, ma l’impiegato del Comune si rifiutò e disse che era necessario indicare un nome italiano. Mio padre – prosegue Coretti – non volle discutere e accettò, riservandosi di utilizzare Aleksander nella vita di tutti i giorni. E così è stato per tutta la mia vita. Anzi, ai tempi della scuola il nome Aleksander mi permetteva di essere distinto da compagni di classe che avevano nomi simili».
Vissuti 57 anni come Aleksander, ecco che arrivano la candidatura e la campagna elettorale, con il tradizionale corollario di manifesti, conferenze, dibattiti, confronti, comizi. «In tutte quelle occasioni – riprende Coretti – dovevo usare il nome scritto sui documenti, cioè Alessandro. Per risolvere il problema, cioè per non confondere tutti quelli che mi conoscevano come Aleksander, optai per la soluzione più logica. In tutti i contesti ufficiali, a cominciare dalle liste elettorali, scelsi la denominazione “Alessandro Coretti detto Aleksander”».
Il resto è storia recente. Dopo alcuni mesi alla guida dell’amministrazione, stanco della contraddizione e, soprattutto, spinto ad agire dalla domanda tanto semplice quanto disvelante della figlia maggiore, Coretti ha deciso di intraprendere l’iter per riportare il tutto alla logica e al rispetto della volontà dei suoi genitori.
«Ed è stato un procedimento semplice e veloce – dice Coretti – perché nell’arco di pochi giorni ho risolto, grazie alla Prefettura, alla quale ho presentato i documenti a sostegno della mia richiesta. D’ora in poi potrò firmare tutti gli atti con il nome con il quale sono conosciuto dalla stragrande maggioranza della mia comunità».
Ma la vicenda personale di Coretti non finisce qui, perché la storia della Venezia Giulia si intreccia con quella di migliaia di famiglie di Trieste e del suo circondario che hanno dovuto nel tempo cambiare il proprio cognome. Anche quella del sindaco ha dovuto affrontare questa realtà: «Il cognome originario della mia famiglia era Kuret, diffusissimo nella zona di San Giuseppe prima dell’avvento del Fascismo. Ma durante il ventennio i Kuret furono costretti a italianizzarlo e così è arrivata le denominazione Coretti».
Ma anche in questo caso non è detta l’ultima parola. «Non appena anche la più giovane delle mie due figlie, Petra, diventerà maggiorenne – promette il sindaco – ci riuniremo e decideremo assieme se modificare il cognome di famiglia e riprendere quello originario». Se accadrà, Coretti passerà alla storia: sarà il primo sindaco della provincia di Trieste e forse dell’intero Friuli Venezia Giulia, a cambiare nome e cognome dopo essere stato eletto. —
© RIPRODUZIONE RISERVATA
Riproduzione riservata © Il Piccolo