Sì alla “rinascita” dei casoni a Marina Nova

Via libera della Soprintendenza alle opere di manutenzione straordinaria con specifiche prescrizioni. Dovranno essere utilizzati solo dei colori tenui e materiali come legno e paglia
I "casoni" di Marina Nova
I "casoni" di Marina Nova

MONFALCONE I casoni di Marina Nova sono salvi e potranno continuare a caratterizzare il paesaggio del litorale monfalconese nella loro tipica struttura di vani ad uso turistico-ricreativo.

Perché questa volta c’è il “via libera” da parte della Soprintendenza ai Beni architettonici e paesaggistici, che ha dato parere favorevole alla richiesta autorizzatoria presentata dall’Associazione sportiva Casoneri di Panzano, per la realizzazione di interventi di manutenzione straordinaria.

Si tratta di interventi comunque soggetti a specifiche prescrizioni imposte dalla Soprintendenza. Si parla, infatti, dell’utilizzo di colori tenui e di materiali adeguati, come il legno e la paglia, in sintonia con l’ambiente naturale circostante.

Con il placet autorizzatorio si chiude dunque un percorso lungo e controverso, culminato nel contenzioso tra l’ente di tutela architettonico e l’associazione panzanina. In prima battuta, infatti, la richiesta presentata dall’Associazione Casoneri di Panzano era stata bocciata dalla Soprintendenza, che aveva dato parere negativo agli interventi in questione.

I Casoneri di Marina Nova battono la Soprintendenza

Provvedimento impugnato dai Casoneri davanti al Tribunale amministrativo regionale del Friuli Venezia Giulia, che aveva dato ragione all’associazione pronunciando la sentenza di annullamento del parere espresso dall’ente di tutela architettonico paesaggistico.

Da qui, dunque, la riapertura del procedimento, a fronte del quale ora è giunto il parere positivo da parte della Soprintendenza “blindato” dalle prescrizioni ambientali.

Le indicazioni dell’ente, quindi, si soffermano in particolare sulle coloriture dei casoni, che dovranno essere tenui evitando tonalità accese, così come i materiali «da scegliere tra quelli tradizionali come legno e paglia», evitando l’utilizzo di «onduline e lastre bituminate, o lamiere se non adeguatamente mascherate».

I casoni di Marina Nova sono piccole costruzioni non abitate stabilmente, che fungono da deposito per attività di pesca e nautica, oggetto di una sanatoria edilizia risalente al 2007.

L’assessore comunale ai Lavori pubblici, Massimo Schiavo, ha osservato: «Le prescrizioni stabilite dalla Soprintendenza, sebbene non siano previste tra le norme tecniche di attuazione, possono traquillamente essere recepite. Anzi, ritengo che possono essere considerate come un elemento aggiuntivo di tutela del paesaggio e delle sue caratteristiche».

La ventina di casoni situati verso l’ingresso di Marina Nova sono di minime dimensioni. Erano nati proprio con finalità specifica, come ha ricordato l’assessore Schiavo, legata all’attività di pesca, e, nel tempo, sono di fatto entrati a far parte del paesaggio urbano dell’area, diventando elementi della “storia” e della tradizione del litorale.

«L’aspetto più complicato - ha osservato l’assessore Schiavo - è legato alla regolamentazione di queste strutture, che non sono assimilabili ad abitazioni, trattandosi invece di semplici vani oggi inquadrati con finalità turistico-ricreative».

L’assessore ricorda che oltre dieci anni fa fu redatto un piano al fine di garantire una progettazione unitaria, volto altresì a “conservare” la presenza di queste particolari strutture, che connotavano comunque l’area del litorale nel suo insieme.

Strutture, quindi, “ibride” nella loro definizione sotto il profilo urbanistico-amministrativo.

«La gestione di queste costruzioni sotto il profilo pianificatorio urbano - ha aggiunto Schiavo - non è stata semplice, ma l’intento sostanziale è stato quello di preservare la loro presenza nell’area di Marina Nova. Alla luce del parere positivo emesso dalla Soprintendenza, mi auguro che ora possa procedere il recupero definitivo delle strutture con un contestuale risanamento».

Interventi che chiaramente spettano ai privati proprietari dei casoni, che sono in possesso della relativa concessione demaniale.

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