Scorte già finite, volano i prezzi del Prosecco
Il Prosecco... va via come il pane. Le scorte delle bollicine di casa nostra, infatti, sono quasi finite. E la prevedibile conseguenza è l'impennata dei prezzi delle poche quantità rimaste nelle cantine di Friuli e Veneti. In questo periodo gli affari si concludono addirittura a 2,60 euro al litro, il doppio del prezzo normale.
E pensare che, negli ultimi tempi, proprio per soddisfare una domanda in continua crescita, le aziende avevano incrementato sensibilmente la produzione. Tra gennaio e giugno 2015 il mercato delle bollicine nostrane è aumentato del 28 per cento come volumi e del 16 per cento in valore rispetto ad appena 12 mesi prima. Un boom inaspettato, almeno nelle proporzioni. E’ da qualche anno che il prodotto piace, si vende bene e soddisfa tutta la filiera, dai viticoltori, alle aziende ai distributori. Ma che il 2015 facesse registrare questi numeri, francamente nessuno se lo aspettava. E così, complice la scarsa produzione (si fa per dire, visto che buona parte delle province di Treviso, Belluno, Venezia, Udine, Gorizia, Trieste e Pordenone ormai sono tappezzate di uva glera, con la quale si fa il Prosecco) della vendemmia 2014, caratterizzata da tantissima pioggia, i maggiori imbottigliatori hanno già svuotato le cisterne. Tanto che da luglio è partita una corsa senza precedenti ad accaparrarsi anche piccole quantità di vino. E i grandi sono disposti a pagare cifre esorbitanti pur di etichettare ancora Doc Prosecco.
Perchè i contratti stipulati con i big della distribuzione o con gli importatori tedeschi e americani, prevedono forti penali in caso di mancata consegna della merce. E se il vino è finito è chiaro che non può essere nemmeno venduto. Così si è arrivati ai 2,60 euro dell’ultima settimana. «E’ un business da far paura - ammette un viticoltore dei Colli Orientali del Friuli -. Hai voglia a curare le viti autoctone e storiche della collina, a quei prezzi lì è più comodo buttarsi sul Prosecco. Se teniamo conto che oltre i 2,60 euro al produttore, per confezionare una bottiglia da vendere sugli scaffali dei supermercati serve almeno un altro euro, è evidente che il margine di guadagno, in questo periodo, è limitato. Però il Consorzio e le grandi cantine hanno interesse a onorare i contratti da milioni di euro con la grande distribuzione e così si accontentano».
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