Scienza e tecnologia non hanno sesso, 12 donne ricercatrici si raccontano

Astrofische, ingegnere, biochimiche, manager e così via hanno raccontato le loro esperienze all’Auditorium del Revoltella 
Auditorium del Revoltella affollato ieri per il dibattito “Le donne nella scienza”
Auditorium del Revoltella affollato ieri per il dibattito “Le donne nella scienza”

TRIESTE Sono matematiche, ingegnere, astrofisiche, biochimiche, startupper, manager. Donne che hanno saputo farsi strada in mondi in cui la predominanza maschile è ancora schiacciante, ma che stanno cambiando volto, perché il binomio donne e scienza è un racconto in evoluzione continua. Si sono riunite ieri nell’Auditorium del Museo Revoltella in occasione dell’incontro “Scienza e tecnologia: la parola a donne protagoniste”, inserito nel Science in the City Festival di Esof2020 e che ha fatto registrare il tutto esaurito, a riprova di quanto il tema sia sentito.

Organizzato da Casa Internazionale delle Donne di Trieste, insieme ad Associazione Women&Technologies®, Didael Kts, Gruppo Pragma e Insiel, l’appuntamento è parte di un progetto più ampio, ideato da per promuovere la crescita della presenza femminile in ambito scientifico e tecnologico. L’incontro, moderato dalla giornalista scientifica Simona Regina, è stato introdotto da Patrizia Saina, presidente della Casa Internazionale delle Donne di Trieste, Gianna Martinengo, presidente dell’Associazione Women&Technologies®, Maria Rita Fiasco, presidente di Gruppo Pragma, Diego Antonini, presidente di Insiel, e Gabriella Taddeo, manager di Insiel Digital Academy, che ha presentato il sondaggio in corso sulla percezione dell’equilibrio di genere in ambito scientifico e tecnologico: i risultati dell’indagine, cui si può partecipare sul sito www.donnenellascienza.it, saranno presentati il prossimo 27 novembre, nell’ambito della Notte dei Ricercatori.

In occasione di Esof2020 il sito è stato arricchito con 10 nuove interviste a scienziate del territorio: «Soprattutto per le ragazze più giovani è fondamentale avere degli esempi cui ispirarsi», ha evidenziato Regina. Ma quali sono questi esempi? Nella tavola rotonda di ieri sono state presentate diverse esperienze di scienziate e manager, a partire da due pioniere della trasformazione digitale come Gianna Martinengo e Maria Rita Fiasco. Con Raffaella Geometrante, ingegnere meccanico e direttrice generale di Kyma, spin-off di Elettra Sincrotrone Trieste, si è posto l’accento sulle competenze: «Ho imparato fin dall’inizio del mio percorso a non prendere in considerazione il fatto di trovarmi in un ambiente prettamente maschile - spiega Geometrante -. E ho fatto la scelta giusta, perché nel settore in cui lavoro quello che conta è il contributo che si può dare: servono competenze e capacità d’interazione con diverse culture».

Per l’astrofisica Anna Gregorio, fondatrice della spin-off dell’Università di Trieste Picosats, vale lo stesso: «Scienza e tecnologia non hanno sesso: a fare la differenza è la passione per il proprio lavoro e per le sfide che ci pone quotidianamente. E sicuramente gli esempi servono: nel mio caso Margherita Hack è stata un punto di riferimento fondamentale». Per l’ingegnere meccanico Francesca Cosmi, docente dell’ateneo giuliano e fondatrice, con la figlia Alessandra, della startup M2Test, «una ragazza che sceglie una professione Stem in media è anche più motivata, eppure le donne fanno maggior fatica a ottenere un’assunzione a tempo indeterminato e a cinque anni dalla laurea la differenza di salario medio tra uomini e donne resta del 23%». —

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