Scatta l’operazione-bonifica ordigni bellici a Portorosega

I lavori preliminari allo scavo dei fondali dureranno almeno un mese. Paletti della Capitaneria sulla sicurezza in mare
Bonaventura Monfalcone-21.01.2016 Incontro in porto per nuovi lavori-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura
Bonaventura Monfalcone-21.01.2016 Incontro in porto per nuovi lavori-Monfalcone-foto di Katia Bonaventura

MONFALCONE Dureranno almeno un mese le operazioni di bonifica dagli ordigni bellici dei fondali antistanti la banchina di Portorosega che prenderanno il via oggi. Un intervento indispensabile per poter poi effettuare il dragaggio e riportare il canale di accesso allo scalo marittimo alla quota di -11,70 metri e tutt’altro che banale. È sufficiente fare mente locale alla storia della città, attraverso cui passava il fronte nel Primo conflitto mondiale.

Le bombe ritardano lo scavo del canale
Foto Bruni Trieste 25.08.2017 Zeno d'Agostino: sigillo trecentesco consegnatogli da Dipiazza


Nella Grande guerra le batterie italiane erano posizionate a Punta Sdobba e colpivano le posizioni austro-ungariche la cui portata arrivava sino al primo viadotto di Aurisina. L’artiglieria martellava periodicamente la sopraelevata della ferrovia tra Monfalcone e Aurisina, ma che alcuni proietti finissero prima la loro corsa, finendo proprio nello specchio d’acqua antistante il Lisert, è cosa nota, visti i recuperi effettuati nel corso degli anni. Durante la seconda Guerra mondiale sono stati invece i caccia inglesi a sganciare numerosi ordigni nel corso dei loro bombardamenti a tappeto del cantiere navale. L’area coinvolta, che va dalla zona del porto all’alatezza dell’Isola dei Bagni al varco della diga foranea, copre un totale di 336mila metri quadri. I tempi della sola manutenzione ordinaria dei fondali del porto, sempre in attesa dell’escavo a –12, 50 metri, rischiano quindi di espandersi.
 

Rimosso a Monfalcone un ordigno bellico
Un militare del 3° Reggimento Genio Guastatori al lavoro in una foto di archivio

In ogni caso le operazioni di verifica ed eventuale rimozione degli ordigni individuati potrebbe provocare qualche rallentamento all’operatività dello scalo e richiedere molta attenzione anche ai pescatori professionali e ai diportisti. Le imprese incaricate della bonifica dall’Azienda speciale per il porto, la Ediltecna di Massa Carrara e la Elmar di Venezia, opereranno comunque per “lotti” successivi, non impegnando ovviamente l’intera area soggetta a bonifica. È quanto ha disposto la Capitaneria di porto, Autorità marittima dello scalo, nell’ordinanza con cui disciplina le operazioni. L’attività delle due società, che impiegheranno un motopontone e due imbarcazioni di piccole dimensioni, dovrà essere svolta solo in orario diurno, con visibilità buona e condizioni meteomarine favorevoli ed essere ben segnalata.

Le imbarcazioni in transito dal canto loro dovranno procedere alla minima velocità e mantenersi a una distanza non inferiore a 100 metri dai mezzi operativi. In caso di movimenti non programmati i comandanti dei rimorchiatori o i piloti delle unità dirette alla banchina commerciale di Portorosega, al terminal di A2a Energiefuture, al terminal del Molino Casillo, allo stabilimento Fincantieri che dovessero transitare nello specchio acqueo interessato dei lavori hanno l’obbligo di contattare via radio in anticipo il responsabile del cantiere o la sala operativa della Capitaneria di porto per concordare le condizioni di attraversamento in sicurezza. Cautela viene richiesta anche ai diportisti dalla Capitaneria di porto che nel corso del prossimo mese vigilerà per evitare si possano creare situazioni di pericolo.

Aveva ragione l’Azienda speciale porto di Monfalcone a tenersi assai larga con i tempi di avvio dei lavori di dragaggio. Lo stesso direttore Sergio Signore aveva invitato alla cautela. I tempi, rispetto alle previsioni iniziali, si sono del resto già allungati. Il problema come detto riguarda la bonifica bellica con le verifiche obbligatorie. Il problema sta nel fatto che queste operazioni preliminari sono previste per tutti i porti. Per Monfalcone però la cosa si fa molto più complicata perché purtroppo ci sono dei precedenti storici, di ritrovamenti di ordigni sul fondale, di tale rilevanza che impongono per Portorosega un’attenzione molto forte.

La manutenzione del fondali è un’operazione molto attesa soprattutto dalle imprese portuali che sono preoccupate in quanto attualmente non tutti gli ormeggi sono agibili al 100% proprio a causa dei mammelloni di fango che alzano il fondale e rendono difficile se non impossibile l’attracco di navi con un certo pescaggio. Il dragaggio e la sola manutenzione dovrebbe portare il fondale a una quota di –11, 70 metri. Bisogna asportare circa 90mila metri cubi di fango. La ditta Polese di Sacile si è aggiudicata la gara d’appalto con un’offerta attorno i 900mila euro.

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