Santa Croce festeggia i 100 anni di Danica, la nonnina di ferro icona di tutto il paese

Fu staffetta partigiana e aprì il primo supermercato del Carso. «Ho temuto di non arrivare a questo traguardo» 
Danica Maganja accompagnata l’altro giorno in chiesa, dove si è recata come sempre sulle proprie gambe
Danica Maganja accompagnata l’altro giorno in chiesa, dove si è recata come sempre sulle proprie gambe

TRIESTE Per celebrare degnamente i suoi cent’anni avrebbe “sfidato” volentieri il timore per il Covid-19, partecipando alla festa che parenti e compaesani stavano preparando per lei.

Poi i medici le hanno consigliato di rinunciare, a prescindere dalla protezione di base che può essere assicurata in questo momento dalle mascherine, per evidenti motivi di prudenza, vista l’emergenza pandemica.

E così si è “accontentata” di cogliere l’invito a essere presente a una messa, officiata con tanto di coro, alla quale si è recata sulle proprie gambe. Circondata, ovviamente a distanza di sicurezza, come previsto dalle norme, da chi le vuole bene.

Così martedì ha trascorso la giornata che segnava per lei il secolo di vita Danica Maganja, personaggio amato dall’intera comunità di Santa Croce, frazione in cui è nata, ha vissuto e lavorato e in cui risiede tutt’ora, assistita da una lontana parente, Nevenka, che l’affianca costantemente.

«Quando la fatidica data cominciava ad avvicinarsi – confida – ho cominciato a temere di non farcela a tagliare questo importante traguardo. La salute fortunatamente mi ha assistito, e adesso posso dire di sentirmi una fortunata centenaria. Ora sono nel primo anno dopo i cento, e mi sento soddisfatta e tranquilla».

La sua è stata una vita movimentata e ricca di eventi. «Da ragazza – racconta uno dei suoi amici – Danica è stata staffetta partigiana, compito di per sé molto pericoloso, che lei ha svolto con notevole coraggio, nonostante alcune delle stanze della sua casa di famiglia, nel cuore di Santa Croce, fossero state sequestrate dai nazisti, per garantire ad alcuni loro ufficiali un luogo per dormire».

Terminata la guerra, Danica, assieme al marito Federico Cossutta, scomparso qualche anno fa alla veneranda età di 95 anni, trasformò l’osteria della famiglia del consorte, alle spalle della chiesa dedicata all’Invenzione della Santa Croce, nel primo supermercato dell’intero altipiano. I due coniugi gestirono per decenni l’attività commerciale, assieme al figlio Stojan, purtroppo scomparso pure lui, salvo poi cederla, una volta raggiunta l’età della pensione, agli attuali gestori. Anche il vescovo Giampaolo Crepaldi e il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza hanno voluto allietare la giornata del compleanno del centenario della signora Danica, telefonandole per farle gli auguri.

In chiesa, nel corso della funzione celebrata dall’amministratore parrocchiale in carica Boris Cobanov, si sono esibiti i componenti di un coro misto creato per l’occasione, diretto dal maestro Alessandro Svab, con l’intento di formulare nel modo più suggestivo possibile gli auguri alla nonnina di Santa Croce, donna di grande forza, alla quale il destino sottrasse anni fa anche la figlia Erika, apprezzata maestra di scuola. Dopo la messa, un ristretto gruppo di parenti e compaesani ha accompagnato la neocentenaria alla sua abitazione, per un brindisi a distanza, che a Santa Croce non potrà essere mai dimenticato.—


 

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