Sanda, da manager d’ufficio a Trieste a istruttrice d'apnea in Sardegna

Da Trieste, passando per Parigi, Londra e Roma, fino alla Sardegna. Da un impiego di successo come psicologa, impegnata anche a livello manageriale per l’Onu, a quello a contatto con la natura come istruttrice d’apnea all’Asinara. Sanda Delija, 31 anni a maggio, croata d’origine e triestina d’adozione, ha cambiato vita nel 2016, quando nella sua testa si è innescato un clic: la passione per l’acqua doveva diventare un lavoro. E oggi porta pure alte la bandiera del suo paese nativo, la Croazia, e quella della città in cui è cresciuta, Trieste appunto, macinando primati su primati nel settore femminile di apnea. In una specialità in particolare: l’immersione libera. Proprio lo scorso novembre, nel profondo blu del Mar Rosso, è scesa fino a 80 metri (a 20 metri dal record del mondo) alla Aida Blue Week Competition di Sharm el-Sheikh.
È riuscita anche a staccare la bandierina a meno 70 metri, questa volta con le pinne, superando il record che lei stessa aveva ottenuto il giorno prima a –65, profondità raggiunta sempre in Egitto con la monopinna. Ma non basta, perché nel 2020, poi, tra tutte le gare organizzate in giro per il mondo dall’Aida – l’Associazione internazionale per lo sviluppo dell’apnea, che regolamenta le competizioni a livello mondiale e che rappresenta uno dei due enti che omologa i record – la 30enne croata si è piazzata al secondo posto per i risultati raggiunti.
A Sanda la voglia d’immergersi negli abissi marini è venuta sei anni fa, quando lavorava nelle Risorse umane della sede romana delle Nazioni Unite. Città raggiunta dopo due lauree a Parigi in Psicologia e Business internazionale, un’esperienza in Psicologia clinica con i bambini autistici e un master a Londra in Risorse umane. «Mi ero avvicinata in quel periodo alla pesca subacquea – racconta – e per migliorare le mie prestazioni in apnea avevo deciso di fare un corso ad hoc. Mi sono iscritta a Trieste e poi quando sono andata a lavorare a Roma, nel 2015, ho fatto altri corsi alla scuola Apnea Academy, fondata dal più importante apneista moderno, Umberto Pelizzari». Ha seguito il maestro in diversi workshop in giro per il mondo, fino a quando l’anno dopo ha deciso di fare il salto. Ha impiegato sei mesi per prepararsi a diventare istruttrice.
All’Asinara era stata chiamata per dare una mano nell’unico centro in Italia dedicato all’apnea, il Cala D’Oliva Diving. È stato il proprietario, che oggi è il suo compagno, a suggerirle di dare un occhio ai record totalizzati fino ad allora in Croazia. «Si parlava di 50 metri, io ne facevo 40. E quindi ho deciso di andare a Dahab, in Egitto, per allenarmi e provare a superarli», spiega. Lì ci è stata tre mesi, per poi ottenere il primo record nazionale: 60 metri. Ora da maggio a ottobre vive all’Asinara. E d’inverno fa palestra, corsa, yoga, meditazione e nuotate con la muta. E il tempo che avanza lo impiega anche come relatrice in Psicologia sportiva per la gestione delle emozioni.—
Riproduzione riservata © Il Piccolo