Salumeria con tavola calda nell’ex caserma della Finanza di Opicina
TRIESTE Il taglio del nastro potrebbe arrivare già il prossimo anno, Covid permettendo, e poi l’ex caserma della Guardia di Finanza di Opicina tornerà a nuova vita. Il presidente della Rivendita sociale, Paolo Kalc, conferma gli investimenti che verranno effettuati tramite la controllata Nova srl che, peraltro, ha vinto in questi giorni la causa civile intentata dalla società slovena Savona doo.
«In questi quattro anni – spiega Kalc, alla guida della cooperativa riferimento per la comunità slovena – abbiamo investito ampliando il punto vendita Conad in strada per Vienna dove a breve inaugureremo il bar. Il bilancio 2020 si chiuderà con l’utile più alto di sempre». Numeri alla mano è arrivato quindi il tempo di completare l’intervento sull’edifico acquistato all’asta dal demanio nel 2009 per 940 mila euro. Si tratta dell’ex caserma della Guardia di finanza Monte San Marco, un palazzo da 1.042 metri quadrati con un cortile di 496, davanti alla fermata dei taxi su via Nazionale in pieno centro a Opicina. «In realtà ci eravamo attivati per iniziare i lavori a inizio 2020, poi il Covid ha bloccato tutto. L’edificio – conferma Kalc – ospiterà una salumeria con tavola calda, bar e grill. Sarà una realtà dove verranno valorizzati soprattutto i prodotti locali e, visto il momento storico, incentrata sull’asporto. Entro il prossimo anno confidiamo di completare l’intervento al piano terra e aprire le prime attività commerciali».
Gli investimenti «vista la solidità del bilancio» sarebbero partiti indipendentemente dall'esito dalla causa civile iniziata nel 2019 quando uno società slovena aveva avanzato una richiesta danni da 495 mila euro. Tutto era cominciato alla fine del 2016 quando la Rivendita, sempre tramite la Nova, stava valutando un possibile “sbarco” a Sezana e per questo era stata contattata la società Savona proprietaria dell’edificio che ospitava il bowling “El cubano” a pochi passi dal supermercato Tus. Secondo la Savona doo, Kalc, avrebbe chiesto di acquistare o affittare in tempi rapidi costringendo la stessa a svuotare l’edificio svendendo le attrezzature. Una tesi smontata nella sentenza del giudice Anna Lucia Fanelli che definisce insussistenti le richieste della società slovena condannandola al risarcimento delle spese legali.
«Sono felice per la sentenza – conferma Kalc – eravamo tranquilli alla luce del comportamento tenuto in quanto non vi erano documenti firmati. L’affare era sfumato per una serie di motivi: Conad aveva manifestato perplessità forti sul luogo, essendoci altri supermercati, e le banche richiedevano garanzie troppo elevate. Non ci sarebbero state quindi le basi economiche. Spiace però che il vicepresidente dell’epoca, Darko Malalan, sia andato a testimoniare come teste della controparte. Voglio ringraziare lo studio legale associato Race & Jarc per la gestione della causa». —
Riproduzione riservata © Il Piccolo