Salta l’accordo al ministero, Burgo licenzia 87 dipendenti

Fumata nera al vertice sugli ammortizzatori. Lunedì il via alle lettere di fine contratto alla Cartiera di Duino
Lasorte Trieste 30/01/19 - Duino, Cartiera Burgo
Lasorte Trieste 30/01/19 - Duino, Cartiera Burgo

TRIESTE Ormai non c’è più possibilità di invertire la rotta: a partire da lunedì 4 febbraio Burgo comunicherà il licenziamento a 87 dipendenti della Cartiera del Timavo, lo stabilimento situato nel comune di Duino Aurisina al confine tra le province di Trieste e Gorizia. La cessazione dal posto di lavoro non scatterà nell’immediato, poichè l’azienda intende applicare il cosiddetto preavviso contrattuale, che consentirà al personale licenziando di lavorare fino a marzo. Dopo una vertenza durata oltre tre anni, ecco il clamoroso e inatteso epilogo giunto al termine di una riunione al ministero del Lavoro risalente a martedì pomeriggio, quando governo, Regione Fvg, Burgo, organizzazioni sindacali hanno firmato un verbale di “mancato accordo”.

Epilogo clamoroso e inatteso perchè sembrava quantomeno probabile che istituzioni e parti sociali convergessero su una proroga del contratto di solidarietà, così da concedere respiro all’operazione di riconversione progettata dalla Cartiera di Ferrara, guidata da Giulio Spinoglio. Invece il capo-delegazione della Burgo, Franco Montevecchi, ha gelato l’auditorio, poichè ha sostanzialmente respinto l’adozione dell’ammortizzatore sociale, che si chiamasse solidarietà o cassa integrazione straordinaria. L’azienda ha pensato che la proroga della solidarietà presentasse insidie e incertezze: ma soprattutto, dal momento in cui la Regione ha autorizzato la realizzazione dell’impianto di pirogassificazione richiesto da Spinoglio, Burgo ha ritenuto che fossero maturate le condizioni per staccare la spina dalla questione occupazionale.

Quindi - dal punto di vista Burgo - siano i sindacati e la Regione a discutere direttamente con Spinoglio, sia Spinoglio a dettagliare la necessità di maestranze per produrre cartone da imballaggio attraverso la “linea 2” riconvertita. Siano infine Spinoglio e la Regione (alias Friulia) a procedere alla costituzione della “newco”: tra l’altro oggi dovrebbe tenersi una riunione tra l’imprenditore monferrino-ferrarese e l’assessore Sergio Bini, per fare il punto in chiave finanziario-industriale sull’intervento in Cartiera. Inoltre Burgo può giocare un’altra carta, quella dei trasferimenti: ha 71 posti da guarnire negli stabilimenti veneti e lombardi, per chi a Duino vuole approfittarne, il momento è propizio.

La posizione espressa da Burgo ha preso in contropiede l’assessore al Lavoro Alessia Rosolen e l’ampio fronte sindacale, composto da nazionali, territoriali, “rsu”. Dai primi di gennaio, per iniziativa della Regione, si era susseguita una serie di incontri per trovare una soluzione che evitasse crisi al buio ai lavoratori. Il funzionario ministeriale, Giorgio Di Pilato, ha preso a sua volta atto dell’impossibilità di venire a capo della situazione. Più tardi, in una nota, la Rosolen, che a detta dei sindacati non aveva certo apprezzato l’atteggiamento del grande gruppo cartario, ha preferito mantenere un certo aplomb, parlando di «momento interlocutorio», ma ammettendo che «non è stato possibile sottoscrivere l’accordo per assicurare la prosecuzione del percorso intrapreso, volto a tutelare i lavoratori». L’assessore ribadiva infine la disponibilità della Regione a sostenere la reindustrializzazione della “linea 2”.

Quindi, la Burgo, su probabile indicazione dell’amministratore delegato Ignazio Capuano, ha voluto liquidare il dossier “linea 2”. Avanti con il licenziamento collettivo: la gestione degli esuberi, però, non avviene in modo verticale, cioè tenendo presente solo gli addetti della “linea 2”, ma in modo orizzontale, coinvolgendo anche i dipendenti che operano sulla “linea 3”, perchè tre anni di solidarietà hanno mischiato ruoli e competenze. Lo sottolineano i sindacalisti Giuseppe Berardi (Cisl), Maurizio Goat (Cgil), Luca Mian (Uil): l’azienda, nel predisporre i licenziamenti, dovrà valutare l’anzianità, i carichi familiari, le esigenze tecnico-produttivo-organizzative. In base al terzo requisito, alcuni profili professionali (elettricisti, manutentori, ecc.) non saranno toccati. Come si può arguire, i criteri di legge non sono stati pensati per favorire i più giovani, considerazione che gli esperti della Burgo avranno sicuramente vagliato. Infine, oggi le rsu valuteranno le iniziative di lotta. —


 

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