Riuso del Porto Vecchio di Trieste: già arrivate 21 offerte
TRIESTE Qualcuno ha infilato la sua lettera, in cui si professa interessato a fare da advisor da inizio 2016 al progetto di rianimazione del Porto vecchio, nella fessura con su scritto “per la città”. I più, però, la loro lettera indirizzata al Comune di Trieste l’hanno imbucata in quella “per tutte le altre destinazioni”. E poi mica hanno scritto solo dall’Italia, ma pure dal resto del continente. Addirittura da oltremanica, giusto per circoscrivere la nazionalità di qualche mittente. L’hanno fatto financo da oltreoceano, presumibilmente dall’altra parte dell’Atlantico. Più o meno dalle nostre stesse latitudini, quelle a stelle e strisce, per capirsi. Dall’ombelico del mondo di casa nostra al mappamondo, insomma. Per un calcione al provincialismo che fa tanto global in senso buono. E con un grazie al web, dato che i server hanno registrato di questi tempi parecchi “clic” dall’estero, in particolare da Londra ma non solo, al link che dalla home del sito del Comune porta alla sezione d’approfondimento in doppia lingua (italiano e inglese) intitolata “Porto vecchio, città di Trieste” in cui è pubblicato un avviso preliminare alla voce “Indagine esplorativa di mercato” rivolto a chi vuole appunto lavorare, e ne ha i titoli, sulle «linee guida» del recupero del Porto vecchio.
Più che la quantità, ovvero il numero dei soggetti che si sono fatti vivi e che in tutto sono comunque 21, è la qualità, qui intesa come spettro di provenienza, a dare per il momento la misura più alta alle manifestazioni d’interesse arrivate in Municipio per l’incarico di advisor, chiamato ad affiancare con una superconsulenza Comune e Autorità portuale nel percorso di redazione del Piano strategico di valorizzazione del Porto vecchio sdemanializzato, propedeutico all’iter vero e proprio di concessioni e di riuso dell’antico waterfront asburgico. In non pochi dei 21 casi in questione - per quel minimo che al momento è dato sapere - si ha a che fare con società di pianificazione strategica dal curriculum internazionale, di agglomerati di studi professionali “multidisciplinari”, fatti cioé da architetti, avvocati, commercialisti e via dicendo, o consorziati in affari oppure con un capofila più strutturato che si avvale di differenti partner minori per singoli filoni, da quello legale a quello storico-paesaggistico ad esempio.
La natura e l’origine (per intanto imprecise, chiamiamole spannometriche) e il numero (già preciso, questo sì, perché sono esattamente 21) di queste manifestazioni d’interesse sono fra le pochissime indiscrezioni trapelate nelle ultime ore da una cortina di segretezza, dovuta peraltro per legge, costruita attorno alla task force del Comune che fa capo all’ingegner Walter Toniati, il manager di lungo corso esperto in opere burocraticamente complesse tornato in Municipio dopo una parentesi in Regione al quale è affidata adesso la direzione “di scopo” del cosiddetto Servizio Progetti strategici e appalti. È proprio l’ufficio di Toniati, infatti, il cuore del Comune nel proprio ruolo di “stazione appaltante” a proposito della gara per l’individuazione dell’advisor. Al Servizio Progetti strategici di piazza Unità si unirà - o meglio sarebbe dire si è già unito, e la riprova viene anche dal fatto che dei 180mila euro di base d’asta per l’incarico 110mila sono messi dall’amministrazione comunale e 70mila dall’Autorità portuale - anche un gruppo di lavoro della stessa Authority guidato dal segretario generale del Porto Mario Sommariva.
I tempi cui è chiamata la task force “mista” sono stringenti. Entro la fine di questo mese, di fatto già entro domani, dovranno essere partite tutte le 21 lettere d’invito alla selezione indirizzate agli altrettanti soggetti che hanno manifestato il loro interesse. Ci starà scritto che, se confermeranno l’orientamento a partecipare alla gara, dovranno far pervenire in Municipio entro il 17 dicembre sia l’offerta tecnica che quella economica in un unico plico chiuso. L’apertura delle buste avverrà il giorno dopo. La scelta, per capitolato, cadrà sull’offerta economicamente più vantaggiosa, su una combinazione tra il contenuto della proposta e il “vil denaro”, il che significa che l’advisor potrebbe non essere per forza individuato in chi avrà avanzato la prestesa pecuniaria più bassa. Qualcuno dei partecipanti aspetterà la risposta dell’istruttoria dall’altra parte dell’oceano, qualcun altro lo farà magari a due isolati, visto che tra le manifestazioni d’interesse ce n’è pure qualche triestina. Ma in Municipio, a questo proposito, se ne restano muti. Una parola di troppo, adesso, o semplicemente una parola, presterebbe a posteriori il fianco a chi, inevitabilmente, da perdente, scaverà nella procedura burocratica a caccia di qualche appiglio per un eventuale ricorso al Tar. La letteratura sugli appalti pubblici è zeppa d’esempi.
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