Rinascono le edizioni Italo Svevo

Alla Fiera Bazlen saranno annunciati i primi 4 titoli. L’editore romano Gaffi: «Ho registrato il marchio»
La "defunta" libreria Svevo di Galleria Rossoni
La "defunta" libreria Svevo di Galleria Rossoni

La coscienza dell’editoria. Rinascono le edizioni Italo Svevo senza mai essere nate. La casa editrice, fondata nel 1967 da Sergio Zorzon, titolare della defunta libreria Italo Svevo, non ha mai registrato il marchio. A farla rivivere è l’editore romano Alberto Gaffi, classe 1966, che nel dicembre 2013 si aggiudicò all’asta per 15mila euro, a suon di rilanci, i libri targati Italo Svevo in carico alla libreria fallita Fenice di Franzo Zorzon, figlio di Sergio. «I primi quattro titoli della Italo Svevo - spiega Gaffi - saranno svelati alla prossima Fiera dell'editoria Bobi Bazlen 2015 che si terrà il 14 e 15 febbraio al Caffè San Marco».

Inutile chiedere anticipazioni. «Farei un torto a Giovanni Damiani (l’architetto deus ex machina della Fiera Bazlen, ndr). Posso solo dire che ci sarà sicuramente Giorgio Pressburger, ma non ci saranno solo autori triestini. Abbiamo già firmato i contratti. I libri usciranno a maggio», aggiunge l’editore romano che sfida la dea bendata contando sul San Valentino dell’editoria. Gaffi, che dirige l’omonima casa editrice fondata il 3 marzo 2004, assicura di aver depositato il marchio “Italo Svevo”. Il logo della casa editrice è una specie di mongolfiera con dentro la sigla Is (non propria azzeccato visto il richiamo allo stato islamico). «Zorzon aveva una lettera di autorizzazione dagli eredi di Svevo. Io mi sono fatto confermare la lettera di autorizzazione e ho registrato il marchio editoriale. Noi vogliamo fare una casa editrice nazionale con sede a Trieste». In realtà le nuove edizioni Italo Svevo hanno già un libro in catalogo presentato il 24 maggio scorso a Gorizia nell’ambito del festival “èStoria”. «Abbiamo già pubblicato un libro di un pittore di Trieste. L’abbiamo fatto per attivare il codice editore» spiega Gaffi. Solo che il libro illustrato “E un tempo tornerà la pace” è stato ripudiato dall’autore fresco di stampa. Ugo Pierri lo vorrebbe mandare al macero. «È fuori commercio. L’abbiamo ritirato. Il libro non è in vendita, ma se vuole una copia gliela rimedio», scherza Gaffi. In realtà nelle librerie online risulta ancora disponibile e ordinabile. «Io non ne ho neppure una copia, ma so che alcuni miei amici di Roma e Milano l’hanno acquistato», spiega Pierra. In ogni caso il suo rimane il primo libro della rinata “Italo Svevo”.

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Dal primo gennaio, intanto, sono stati rimessi in commercio a Trieste i titoli della vecchia Italo Svevo comprati a prezzi di stock dal fallimento della Fenice. «Sono 600 titoli che sono disponibili solo nelle librerie triestine. Abbiamo fatto l’inventario e ricostruito un catalogo, cosa non era mai stato fatta da Zorzon. Non escludo in futuro di distribuirli anche fuori Trieste», spiega Gaffi che è l’amministratore unico dell’Italo Svevo. Il direttore editoriale si chiama Giovanni Nucci. «È di Roma, lavora anche per la Rizzoli, ha pubblicato parecchi libri ed è direttore di una collana di Slow Food. Si occupa di casa editrici in modo professionale», assicura l’editore romano. Da non confondere con il triestino Luigi Nacci ha fatto il direttore editoriale dell’Italo Svevo per i primi tre mesi lavorando al libro “abortito” di Pierri. Nucci, invece, sarà presente il 14 febbraio alla Fiera Bazlen per svelare i quattro assi editoriale da cui ripartirà l’Italo Svevo.

Altri inediti sono in arrivo. «Abbiamo ripreso alcuni titoli dell’Italo Svevo rimasti fermi in tipografia a Padova. Li lanceremo dopo l’estate come strenne. Sono dei libri prodotti ancora da Zorzon che sono rimasti bloccati dal fallimento». Gaffi vorrebbe addiritura riallacciare i rapporti con il vecchio libraio-editore: «Lo chiamiamo sempre. Lui dice che viene, ma poi non viene». Sveviano pure in questo.

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