Restauro di Miramare arrivano i soldi del Lotto
Assegnato un milione e mezzo: servirà per il riatto dei muraglioni pericolanti, la manutenzione del parco e il ripristino delle serre che i colibrì devono lasciare
TRIESTE. I muraglioni che sostengono il castello di Miramare sono in salvo. Il ministero dei Beni culturali ha distribuito i fondi del Lotto destinati alla conservazione del patrimonio. Il progetto presentato dalla Soprintendenza è stato ritenuto urgente. Così come la manutenzione dello storico parco. E la necessità di ripristinare e restaurare le serre storiche, quelle da cui sono in sfratto i poveri colibrì. A Trieste sono arrivati 1 milione e 225 mila euro lordi. A questi se ne aggiungeranno per la normale manutenzione 225 mila, percentuale dei 600 mila da vendita dei biglietti che Miramare guadagna ogni anno coi turisti per lo Stato.
Non tutti i problemi economici del bel castello sono per questo finiti, ma la svolta è sostanziale. «Di questi soldi 500 mila euro sono destinati a progettare e realizzare il restauro dei muraglioni che cedono - racconta Luca Caburlotto, il soprintendente ai beni artistici che governa Miramare -, e il direttore regionale Giangiacomo Martines ha anche firmato una convenzione con il Dipartimento di Geoscienze dell’Università di Trieste per quest’opera, e anche per il consolidamento della rampa d’accesso da Grignano: messa in sicurezza a suo tempo, adesso bisogna verificare la solidità dell’intero costone verso mare». Per questo capitolo specifico di lavori esistono 400 mila euro già versati dalla Regione e dalla Protezione civile.
L’allarme sui muraglioni «mangiati» dal mare aveva mesi fa scosso l’opinione pubblica non solo a Trieste. Se cede la base, come immaginare un futuro per il primo polo turistico di Trieste, per un pezzo indiscutibilmente prezioso della sua storia? Purtroppo si gioca molto al Lotto, e per fortuna a suo tempo Walter Veltroni pensò di volgere in buone e necessarie opere questo introito dello Stato.
Così anche per le serre storiche ci sono 200 mila euro per eseguire il progetto di ripristino, già realizzato dall’architetto della Soprintendenza, Maurizio Anselmi. Certo questo avverrà solo dopo che la «collezione vivente» di colibrì, da mesi sfrattata, contesa fra Friuli e Marche, avrà traslocato.
Altri 300 mila euro saranno finalmente destinati alla cura del bosco, cioé al parco nelle sue parti più delicate: gli alberi. In molti casi infragiliti, vecchi quanto il castello (che è del 1860), da molti anni trascurati proprio per mancanza di soldi, soggetti a rovinosi crolli specie con la bora. Dunque non solo da potare e bonificare, ma anche sostituire. «Togliere un albero malato - dice Caburlotto -, quando si è davanti a simili altezze di fusto, puà costare tra gru, trasporti e smaltimento fino a 3000 euro».
E non è finita, perché la costante progettazione mette adesso a portata di mano anche un’altra rivoluzione, stavolta per risparmiare sugli elevatissimi costi di acqua per l’irrigazione. «Con 50 mila euro - prosegue il soprintendente - faremo l’impianto di captazione dell’acqua direttamente da una falda, così non pagheremo più l’irrigazione a prezzo di conduttura Acegas, faremo una convenzione col ministero, si tratta di bene nazionale».
Ma la caccia al risparmio ha anche altri traguardi. Le bollette sono da capogiro e ci si è accorti che la rete idrica soffre di consistenti perdite. L’Acegas metterà dei contatori speciali nei due «attacchi» dell’impianto, a Grignano e fra le due gallerie in costiera, per misurare i «collassi», e contatori specifici verranno installati nelle quattro «casette» del parco, dove vivono i custodi.
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