Regione, l’aula fa slittare le chiusure dei negozi

TRIESTE. Slitta a marzo la discussa legge regionale sul commercio che contiene la proposta di nove festività di chiusura obbligatoria per gli esercenti. Ieri l’aula avrebbe dovuto confrontarsi sui vari emendamenti che chiedono chiusure domenicali aggiuntive.
Ma il dibattito rischiava di prolungarsi oltre il previsto e la conferenza dei capigruppo ha deciso di sospendere i lavori, rimandando l’approvazione della legge alla prossima seduta utile, il 15 marzo. Slitta a quella data anche la mozione che chiede una nuova valutazione d’impatto ambientale al progetto per la variante sud di Dignano.
La discussione della legge è iniziata ieri mattina ma è stata sospesa per trattare l’argomento dei punti nascita. Al ritorno in aula la conferenza dei capigruppo non è riuscita a trovare la quadra sul proseguimento dei lavori a oltranza e ha rimandato la fine della trattazione. Per quanto riguarda il contenuto del testo, sembra profilarsi l’approvazione l’emendamento del Pd che propone di introdurre una decina di domeniche di chiusura in aggiunta alle festività.
Secondo alcune fonti, in capigruppo, il vicepresidente Sergio Bolzonello, autore del ddl, avrebbe proposto lo stralcio degli emendamenti relativi alle domeniche per arrivare ad approvare la legge in giornata, limitandola quindi alle sole festività, ma l’intesa sulla proposta è mancata.
Vada come vada, a questo punto, la questione sarà discussa a marzo. Tra le novità emerse in mattinata un emendamento presentato dal consigliere del Pd Renzo Liva che propone una diffida amministrativa, al posto della multa immediata, per evitare «pesanti sanzioni che potrebbero mettere in ginocchio le attività commerciali e del terziario».
Spiega Liva: «Il mio emendamento permette di intervenire da subito con la diffida amministrativa per alcune fattispecie commerciali. La misura consiste in un invito rivolto dall’accertatore (generalmente agenti di polizia locale) al trasgressore a sanare la violazione entro dieci giorni dalla consegna o notifica del verbale. Solo a quel punto, se l’esercente non provvederà ad adeguarsi, scatterà la multa».
Un altro emendamento del Pd propone incentivi per gli investimenti in sistemi antintrusione e di videocontrollo, mentre un terzo delimita i contributi integrativi per il pagamento dei canoni di locazioni di locali storici al fine di valorizzare i centri storici.
Federdistribuzione, con Giovanni Cobolli Gigli, plaude sin d’ora al rinvio dell’approvazione auspicando «che questo periodo di riflessione possa portare alla decisione di non varare un provvedimento demagogico, anticostituzionale e contrario agli interessi di consumatori e imprese».
Sospesi i lavori, l’aula ha trattato una mozione presentata da Alessandro Colautti e Paride Cargnelutti di Ncd sul tema della chiusura dello spazio Schengen. Il testo propone di intervenire in tutte le sedi nazionali ed europee per la gestione delle frontiere europee attraverso un approccio comune e la creazione di “hotspot” nei paesi terzi; l’approvazione di una legislazione unica europea del diritto d’asilo; la predisposizione di quote di accoglienza obbligatorie per tutti i paesi dell’Unione.
«Una proposta seria e non demagogica - afferma Colautti - che rispecchia in chiave Fvg quanto deciso dall’assemblea delle regioni europee a Bruxelles». La mozione è stata approvata ad ampia maggioranza dopo aver suscitato un acceso dibattito. Il consigliere del Pd Franco Codega loda la mozione sottolineando «la necessità di una legislazione comune del diritto d’asilo».
Anche il capogruppo di Sel Giulio Lauri si dice favorevole al testo: «Sulla questione dei migranti si gioca la sopravvivenza dell’Unione europea nel suo assetto istituzionale: sotto la pressione di guerre e crisi economiche assistiamo a un’ondata migratoria molto forte che determina problemi molto seri con cui misurarsi, e proprio a questi l’Europa deve dare una risposta corale».
Contraria Barbara Zilli della Lega Nord: «Ritengo che lo spirito della mozione possa essere condiviso anche da noi, ma ricordo a chi l’ha presentata che il ministro Ncd Angelino Alfano ha dimostrato di essere fallimentare di questo tema, e temo che per questo difficilmente potrà essere ascoltata».
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