Referendum sulla cabinovia a Trieste: sfiorate le mille firme in appena un’ora e mezza. I pareri di chi ha risposto all’appello dei promotori

Piazza della Borsa, Barcola e Opicina: tanti in coda per le sottoscrizioni utili a portare il quesito alla Commissione dei garanti in Comune. Ne bastavano 500

Andrea Pierini

TRIESTE. In poco meno di 90 minuti la raccolta firme è stata aperta e subito chiusa visto il raggiungimento dell’obiettivo. Il Comitato “No ovovia”, nei tre centri di raccolta in piazza della Borsa, alla fontana di Barcola e a Opicina al circolo Tabor, ha raggiunto quasi mille sottoscrizioni, un successo inaspettato al punto da dover mandare via numerose persone in coda già alle 11.20 di questo sabato, quando si sono esauriti i moduli.

Complessivamente le sottoscrizioni raccolte sono state circa 940, ne bastavano 500, quota necessaria per poter presentare alla Commissione dei garanti del Comune il quesito referendario: «Volete voi che sia realizzato il progetto per la cabinovia Trieste – Porto vecchio – Carso?». Completato il passaggio in Commissione si potrà procedere con la raccolta referendaria vera e propria: qua l’asticella è posta a 12 mila firme, e una volta raggiunte le sottoscrizioni necessarie l’amministrazione dovrà indire il referendum vero e proprio.

Serena Sabelli è una delle tante persone che alla fine ieri hanno dovuto rinunciare alla firma: «Sono contraria al progetto, sarebbe l’ennesimo insulto alla natura. Speriamo torni il tram che da anziana amo».

Serena Sabelli
Serena Sabelli

«Anche io amo il tram – aggiunge Gemma Cannata – e speriamo si sbrighino a rimetterlo in funzione». L’amica Laura Tacca arriva invece dalla Lombardia: «Quando sono giunta a Trieste nel 1987 in treno, ricordo la vista che mi si è aperta dopo Miramare e il Castello e penso che i piloni andranno a rovinare un paesaggio meraviglioso».

Gemma Cannata e Laura Tacca
Gemma Cannata e Laura Tacca

Piero Covelli sottolinea che «non è una questione politica ma è un progetto che a livello ambientale andrebbe a deturpare il panorama».

Piero Covelli
Piero Covelli

«Penso all’ambiente ma anche alle case e secondo me non è il posto giusto», queste invece le parole di Carla mentre Pierpaolo Dorsi pensa al parco del Bovedo: «È un bosco di querce bellissimo, conservato e naturale, mi chiedo come faranno a piantarci i piloni visto che è anche protetto per legge». Se Paola promuove l’iniziativa e Roberto la definisce un’opera «inutile», Carlo Iernetti entra anche nel merito: «Ha costi di gestione troppo alti ed è inadeguata a Trieste».

Carlo Iernetti
Carlo Iernetti

«Non mi piace – aggiunge Donata Polati – anche perché è previsto un disboscamento importante e poi non è compatibile con la bora».

Donata Polati
Donata Polati

Tra chi voleva firmare anche Franco Bandelli: «Purtroppo hanno già chiuso ma tornerò sicuramente per le altre firme che dovranno raccogliere». «Siamo molto contenti – commenta William Starc, il coordinatore del comitato “No ovovia” –: eravamo curiosi di vedere la risposta delle persone e non possiamo che ritenerci soddisfatti. Lunedì procederemo alla consegna delle firme alla Commissione e contiamo a primavera di partire con la raccolta di sottoscrizioni per il referendum vero e proprio. Quella che stiamo portando avanti è una battaglia per rilanciare l’informazione e poi ogni cittadino potrà decidere in piena libertà, non vogliamo imporre niente a nessuno. Il referendum è lo strumento per riattivare la voglia di partecipare, informarsi e dare un contributo alla crescita democratica della nostra comunità: è un sfida importante in un momento di crisi e sfiducia nella politica».

Soddisfatti anche gli altri componenti del comitato. L’architetto Gabriella Robba sottolinea come «non sia più possibile ai giorni nostri calare dall’alto progetti come questi, letteralmente sulla testa delle persone, senza coinvolgerle nelle decisioni». «Nonostante il meteo – aggiunge il presidente del circolo triestino di Legambiente Andrea Wehrenfennig – le persone si sono riversate da ogni punto della città, anche dai rioni più periferici, per firmare. Fondamentale è il contributo delle associazioni: oltre 30 hanno già aderito al Comitato allargato». Del comitato fanno parte anche Elena Declich e il geologo del Wwf Bruno Grego.

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