Rapina a Trieste: "Quel minuto con la pistola alla testa"
TRIESTE «Quando mi sono vista puntare la pistola contro è stato terrore puro. Sono rimasta agghiacciata e sento di essere ancora sotto choc». A parlare è Elisabetta Panfili, una dei titolari della farmacia di piazza Foraggi, rapinata da un malvivente a volto coperto e armato. «Eravamo prossimi alla chiusura, mancava forse un minuto e già ci stavamo preparando per andare via – ha dichiarato la farmacista che ha vissuto in prima persona la rapina –. Poi lo abbiamo visto entrare, una scena che non potrò più dimenticare». Le parole della dottoressa che in quel momento era al banco sono impregnate dello sconforto e della paura non ancora sopita.
«Non mi sento più sicura nella mia città, ci sono rapine quasi ogni settimana e facendo il nostro lavoro con grandissimo sacrificio, rischiamo di perdere la vita, ammazzati dal malvivente di turno che ci chiede l’incasso. Non è tanto per i soldi, è per la sensazione di grande vulnerabilità che ho provato e che continuerò a provare per chissà quanto tempo. Ogni volta che sarò nella nostra farmacia, dietro alla cassa, avrò il terrore che di lì a poco possa entrare un rapinatore con la pistola in pugno. Ma in ogni caso, lunedì mattina (oggi, ndr) riapriremo la nostra attività e saremo lì a disposizione dei nostri clienti. Abbiamo portato un servizio di grande importanza sociale nel quartiere e le persone che vengono da noi sono soddisfatte e felici del nostro lavoro. Questo mi darà la forza di continuare».
Così David Pizziga, uno degli altri titolari della farmacia che al momento della rapina non era presente all’interno dell’attività commerciale: «Portiamo avanti la nostra professione con tanta dedizione e sacrificio, abbiamo aperto questa farmacia proprio per portare un servizio in un rione in cui mancava, e i nostri clienti giornalmente ci danno un forte riscontro positivo perché sanno che facciamo il nostro lavoro con passione e spirito di servizio verso la collettività. Per la rapina, i filmati delle telecamere a circuito chiuso hanno ripreso tutta la scena, ma sarà difficile riconoscere il rapinatore, anche perché indossava una sciarpa a coprire parzialmente il volto. Il danno maggiore è il trauma subito dalle mie colleghe – sottolinea –. Tornare al lavoro con il sorriso diventa molto difficile. Un episodio che si riflette su tutti i propri cari, la propria famiglia. Questo, dopo una storia di lavoro e sacrifici che si sono fatti, rende la cosa ancora più pesante da sopportare. Occorre mettere in sicurezza le strade della nostra città e dare un freno a queste violenze oramai all’ordine del giorno».
Valeria Falagiani, a sua volta contitolare della farmacia, aggiunge: «Non ero presente e sono affranta per non aver potuto dare il mio supporto morale in quei momenti. Trovarsi una pistola puntata in faccia fa nascere una paura che non ci abbandonerà facilmente. Sapevamo che le farmacie sono bersagli facili per questi malviventi, ma trovarsi in prima persona in un’esperienza del genere è tremendo. Riprenderemo a lavorare come tutti i giorni - conclude -, con l’amarezza nel cuore, certo, ma sempre con il sorriso sul volto per i nostri clienti».
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