Quintali di seppie rubate dalle reti calate dei pescherecci di Grado e di Marano

Gli episodi si stanno ripetendo con frequenza. Santopolo (cooperativa): «Abbiamo dei sospetti. Faremo turni di guardia»
Una cassetta piena di seppie
Una cassetta piena di seppie

Le seppie vanno a ruba. Nel vero senso della parola. Si registra, infatti, un continuo furto di seppie. Davvero tante e quindi non solamente per consumo personale ma sicuramente per commercializzarle. A subire il furto sono i pescatori di Grado e di Marano. A compierlo, secondo i pescatori dell’isola, potrebbero essere dei diportisti forse della Bassa friulana. A dichiararlo è il presidente della Cooperativa pescatori di Grado, Antonio Santopolo. «Non è possibile – afferma Santopolo – che in questo buon periodo della stagione un giorno si peschino quintali di seppie e il giorno dopo se ne trovi qualche decina. E con l’aggiunta che le reti sono in parte anche danneggiate. È evidente che saltuariamente ci sono questi ladri di seppie che fanno man bassa spostandosi con veloci motoscafi che i nostri pescherecci, anche ammettendo che riuscissimo a beccarli sul fatto, non potrebbero mai raggiungere». Spiega ancora Santopolo che mentre i pescatori hanno i loro precisi orari per le calate e le “tirate”, i ladri di seppie non hanno orari precisi: «Vanno a rubare a tutte le ore, di giorno e di notte - dice Santopolo - .La marineria di Grado tutta è particolarmente arrabbiata con i diportisti che probabilmente arrivano con i loro motoscafi dalla Bassa friulana».

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Non bastava l’epidemia di coronavirus che ha fatto flettere il consumo di pesce in maniera consistente (basta pensare ai ristoranti e agli alberghi chiusi) che ora si aggiunge anche questo furto che ha una caratteristica particolare: è nero. Perché nero è il “marchio” che lasciano le seppie, perché i ladri rubano questi molluschi e perché se i pescatori dovessero mai beccare i ladri si rischierebbe che li facciano letteralmente neri, ma di botte (qualche pescatore l’ha detto chiaramente). La marineria gradese è in questo periodo impegnata per tre quarti (il totale della marineria locale è di oltre una quarantina di barche, in buona parte di medio-piccole dimensioni) proprio alla pesca delle seppie con l’utilizzo delle passelere. «Venerdì – spiega ancora Antonio Santopolo – un nostro peschereccio ha calato 60 passelere ed ha effettuato due tirate che significa come aver posizionato 120 passelere. Ebbene di solito solo con una passelera tiriamo su un centinaio di seppie; l’altro giorno due tirate complessive di tutte le passelere sono state trovate solamente 20 seppie. I pescatori hanno, però, trovato reti rotte e non in ordine come dovevano essere».

Il fatto si è già ripetuto più volte e a carico di pescatori diversi e pertanto il presidente Santopolo ha deciso di rendere pubblica la notizia. «Ora sono previsti alcuni giorni di scirocco – conclude – poi torneremo alla normalità e ci metteremo sicuramente a fare la guardia; stiamo già studiando come organizzare i turni». —

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