Putin porta il petrolio russo in Adriatico
TRIESTE. La “strana coppia” Orban-Putin, primo ministro ungherese il primo, presidente russo il secondo, entrambi esponenti del turbonazionalismo post-comunista colgono a Mosca i classici due piccioni con una fava. Orban dà il via libera all’acquisizione di Gazprom o di Rosnjeft della quota dell’ungherese Mol (azienda petrolifera ovviamente) dell’Ina (azienda petrolifera ovviamente) croata. Budapest si libera così della patata bollente croata che ha innescato negli ultimi tempi una vera e propria guerra diplomatica tra i due Paesi e lo zar Putin dribbla le interferenze europee nella realizzazione del progetto South Stream e sbarca sulle coste dell’Adriatico “conquistando” la raffineria Ina di Fiume.
L’idea del vulcanico Putin è molto semplice: portare il petrolio siberiano fin sull’Adriatico visto che, né a Gazprom, o meglio alla sua controllata Gazprom Neft, né a Rosnjeft interessa molto la rete distributiva in Croazia. Ma l’Adriatico è un grande affare economico e geopolitico. Non a casa a scomodarsi sono i due giganti dell’energia russi. Gazprom gestisce il 20% della produzione di gas mondiale dà lavoro a 393mila persone ha un valore di 400 miliardi di dollari ed è controllata dallo Stato russo. Rosnjeft è il maggiore produttore di petrolio della Russia ed è azionista di minoranza della British Petroleum, dà lavoro a 106mila persone e il suo valore è di 80 miliardi di dollari anche se, va precisato, che lo scorso anno ha fatto registrare un utile netto di 14 miliardi di dollari.
I primi segnali della volontà dell’Ungheria di vendere la quota della Mol di Ina si sono avute durante l’incontro avvenuto un mese or sono a Budapest tra il premier Orban è il numero uno di Gazprom Alexey Miller, fatto che ha immediatamente innescato una sorta di “guerra civile” tra Gazprom Neft e Rosneft per l’accaparremento dell’affare che vale circa 1,5 miliardi di euro. La contromossa di Rosnjeft non si è fatta attendere e il suo presidente Igor Sechin ha immediatamente incontrato a San Pietroburgo il ministro dell’Economia croata, Ivan Vrdoljak e assieme hanno firmato una dichiarazione congiunta d’interesse per gli investimenti nel settore dell’energia croata. Ma tra i due litiganti spunta anche la compagnia petrolifera azera Socar con la quale la società del gas croata Plinacro partecipa alla realizzazione del gasdotto Trans Adriatic che convoglierà il gas del Caspio verso l’Europa centrale. Prima della vendita però gli attuali comproprietari di Ina (Mol e Stato croato) dovranno dirimere tutte le questioni relative al business del gas dal 2009 a oggi. Questione complicata ma non irrisolvibile di fronte a un bel mucchio di dollari. L’ultima parola, ovviamente, spetterà a lui, l’inarrivabile “zar” Putin.
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