Porto di Trieste, obiettivo fondi europei in attesa del bis di D'Agostino

TRIESTE Prima la decadenza chiesta dall’Anac, poi la rivolta della città e della politica, quindi la vittoria davanti al Tar. Dopo mesi sulle montagne russe, per Zeno D’Agostino comincia il percorso verso il possibile bis alla guida dell’Autorità portuale. Il ministero dei Trasporti ha appena pubblicato il bando per la raccolta delle manifestazioni di interesse per il conferimento dell’incarico di presidente di tredici Authority del mare in scadenza sul totale di sedici. Il governo vuole tenere il manager veronese e sarà dunque soprattutto lui a dover decidere se restare o tentare altre avventure, mentre continuano in parallelo le trattative che potrebbero portare D’Agostino addirittura al vertice di Espo, associazione che rappresenta i porti europei.
Entro il 27 settembre, i candidati alla presidenza delle Autorità portuali italiane dovranno inviare il proprio curriculum. La procedura prevede che gli interessati possano indicare i porti di preferenza, ma ciò non sarà vincolante per il Mit, cui spetta raccogliere i nomi e poi procedere alle nomine (dopo il confronto con le Regioni) senza stilare graduatorie. E dopo le calde parole spese dalla ministra Paola De Micheli e dal collega triestino Stefano Patuanelli, sarebbe sorprendente se a Roma decidessero di insediare a Trieste una persona diversa da D’Agostino.
Il presidente non ha ancora inoltrato domanda, ma ci sono tre settimane di tempo. Il bando apre peraltro anche un’incognita legata al segretario generale Mario Sommariva, che potrebbe essere tentato dall’idea di assumere in prima persona la presidenza di un’Autorità portuale, dopo aver svolto per un mese il ruolo di commissario straordinario in sostituzione del decaduto D’Agostino e dopo aver accumulato una lunga carriera in ambito portuale. Sommariva potrebbe cercare il ritorno a Bari o il riavvicinamento alla sua Liguria. Articoli della stampa di settore ipotizzano inoltre che il ticket D’Agostino-Sommariva possa spostarsi a Genova, qualora alle prossime elezioni regionali la spunti il centrosinistra.
Al momento si tratta di rumors e pare difficile che D’Agostino non cerchi il rinnovo a Trieste, dopo l’affetto che l’ha investito in città e davanti alla possibilità di chiudere le partite aperte nel primo mandato, dal potenziamento della capacità ferroviaria all’avvio del Molo VIII, passando per gli interessi di grandi player internazionali, l’allungamento del Molo VII e l’ingresso di Duisport negli interporti di Trieste e Cervignano. Allo stesso tempo, però, il manager pubblico sa che il privato potrebbe offrire posizioni e stipendi di grande rilievo a chi si è messo in mostra a livello europeo nel comparto della logistica.
Un’esposizione che gli è valsa due anni fa la nomina a vicepresidente di Espo, in rappresentanza dei porti dell’Europa meridionale. Ora D’Agostino è in lizza per la presidenza dell’associazione, che sarà votata a novembre. I giochi diplomatici fra i diversi paesi lo danno testa a testa con l’altra vicepresidente Annaleena Mäkilä. D’Agostino pare comunque disposto a riconoscere il peso dei sei anni di vicepresidenza della collega finlandese e potrebbe accettare di farsi da parte, occupando per un altro biennio la poltrona di numero due in attesa del salto. Dipenderà soprattutto dalla spinta dei porti mediterranei, cui per alternanza spetta la guida di Espo e che potrebbero insistere perché D’Agostino vada fino in fondo. —
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