Pompeo a Bled appoggia il raddoppio di Krško: «Sosteniamo i piani di Lubiana sul nucleare»

Il segretario di Stato americano ieri ha incontrato il premier Janša nell’ambito di un tour europeo antirusso e anticinese 
epa08600743 US State Secretary Mike Pompeo (L) and Slovenian Prime Minister Janez Jansa (R), during a joint press conference at the Villa Bleb in Bled, Slovenia, 13 August 2020. Pompeo is on an official one-day visit to Slovenia, second destination on his tour in four European countries. EPA/IGOR KUPLJENIK
epa08600743 US State Secretary Mike Pompeo (L) and Slovenian Prime Minister Janez Jansa (R), during a joint press conference at the Villa Bleb in Bled, Slovenia, 13 August 2020. Pompeo is on an official one-day visit to Slovenia, second destination on his tour in four European countries. EPA/IGOR KUPLJENIK

BELGRADO Washington è pronta a dare una mano a Lubiana, mettendo a disposizione il proprio know-how nel caso il progetto “Krško 2” andasse avanti. È il messaggio più forte lanciato ieri in Slovenia dal segretario di Stato Usa, Mike Pompeo. Si è trattato della seconda tappa del suo tour in chiave antirussa e anticinese nell’Europa centro-orientale, con soste pure in Cechia, Austria e Polonia.

Primo responsabile della politica estera di Washington a recarsi in Slovenia da 23 anni a questa parte, a Bled Pompeo ha svelato di aver discusso con il premier, Janez Janša, anche del tema atomico: «Abbiamo parlato dell’enorme potenziale delle tecnologie nucleari» che sarebbero capaci di produrre «energia pulita, affidabile, diversificata», ha sottolineato il segretario di Stato Usa.

Non ha approfondito, ma dovrebbe essere un riferimento ai “mini” reattori con tecnologia americana, già reclamizzati e messi sul tavolo di Lubiana dal segretario di Stato all’Energia Rick Perry. Questi nel 2019 aveva vantato le potenzialità della tecnologia modulare, ricordando che «la Westinghouse produce i migliori reattori al mondo», da preferire a quelli francesi, cinesi e russi. Il nucleare “moderno”, assieme al gas liquefatto Usa, sarebbe inoltre una delle vie per assicurare «prosperità economica alla Slovenia e all’intera regione» e soprattutto «indipendenza energetica», ha specificato ieri Pompeo.

Se ad ogni modo Krško è un progetto a lungo termine, ancora fumoso, ieri ben più concreta è stata invece la firma di una dichiarazione congiunta tra Slovenia e Stati Uniti sulla «sicurezza» delle reti 5G. Dichiarazione che, di fatto, impegna soprattutto Lubiana a scegliere con accortezza i fornitori: se sono ad esempio cinesi, come Huawei, meglio soprassedere. Nella visione del mondo di Pompeo e del presidente americano Trump, oggi sarebbe infatti in corso una guerra silenziosa su scala globale tra «società libere» e «autoritarie».

Un’allusione a Cina e Russia, appunto vero obiettivo del tour di Pompeo. Fra le minacce più esplicite da lui citate c’è il «Partito comunista cinese», che vorrebbe «controllare le persone, le informazioni e le nostre economie», anche attraverso le reti di telecomunicazioni. Ma almeno a Lubiana, grazie alla dichiarazione firmata ieri, Pechino dovrebbe trovare porte sbarrate. Per Pompeo si tratta dell’ultima di una serie di «decisioni sovrane», prese da Stati europei per proteggere da un lato privacy e diritti dei cittadini «che vogliono vivere liberi», e dall’altro la «sicurezza nazionale» da sistemi che potrebbero essere sorvegliati dalla Cina, secondo il sospetto di Washington.

Pompeo ha anche lodato Lubiana per aver dato l’esempio in Europa, aumentando «le spese militari di quasi un miliardo di dollari all’anno: una decisione esemplare», che conferma l’impegno sloveno «in ambito Nato». Infine è stato a suo modo “ambasciatore” di un messaggio sicuramente gradito a molti sloveni. «Quando ho detto a Trump che sarei venuto in Slovenia era felice, ma la signora Trump (nata Melanija Knavs, ndr)lo era ancora di più», ha scherzato Pompeo, ricordando i legami tra la first lady e il suo Paese d’origine. Paese al quale, attraverso il segretario di Stato, Melania ha voluto mandare i «più cari saluti». —

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