Polemica in Friuli-Venezia Giulia: "Kusturica via da Mittelfest perché giustifica Srebrenica"

La presenza del regista di "Underground" sul palco di Gorizia ha fatto scandalo: la giornalista bosniaca Azra Nuhefendic è la prima firmataria di una protesta formale. "Kusturica – dice la reporter - da anni sfrutta i palcoscenici internazionali per esaltare i criminali di guerra e negare il genocidio del 1995"

TRIESTE. Emir Kusturica al Mittlefest di Cividale? «Uno scandalo». Sale la protesta per la partecipazione del regista di “Underground” al festival di Cividale. Con la sua “No smoking Orkestra”, Kusturica è salito sul palco a Gorizia proprio lunedì, il giorno dell'anniversario della strage di Srebrenica.

«Uno scandalo che provoca sconforto e indignazione», dichiara la giornalista bosniaca Azra Nuhefendic, prima firmataria di un appello che denuncia la partecipazione del regista. «Kusturica – dice la reporter - da anni sfrutta i palcoscenici internazionali per esaltare i criminali di guerra e negare il genocidio del 1995, quando le forze militari dei serbi di Bosnia occuparono la città di Srebrenica uccidendo oltre 8100 uomini e ragazzi». Così, mentre Kusturica si esibiva a Gorizia, in contemporanea da Trieste partiva la petizione inviata alla Regione, alla Provincia di Udine, al Comune di Cividale e agli organizzatori della rassegna.

L'appello è stato presentato alla Casa internazionale delle donne di Trieste, dove, in concomitanza con la commemorazione di Srebrenica, la giornalista era stata invitata a parlare della strage dalla delegazione di “Centodonnecentobici”, un gruppo di cicloattiviste vicentine che, in bicicletta, hanno appena visitato Trieste per seminare il messaggio della nonviolenza, e che hanno chiuso il loro viaggio aderendo all'iniziativa della reporter insieme ad altri firmatari. «Con la canzone “Wanted man” - puntualizza Nuhefendic - la No smoking Orkestra glorifica Radovan Karadžic, l’ex presidente dei serbo bosniaci, oggi recluso al Tribunale internazionale dell’Aja, dove deve rispondere di capi d’imputazione che vanno dal genocidio ai crimini contro l’umanità». Già l'anno scorso in Turchia, il regista era stato costretto a lasciare la giuria di un festival del cinema, per il fatto che durante e dopo la guerra nella Bosnia Erzegovina non si era mai dichiarato contrario alla pulizia etnica e alle uccisioni di massa della popolazione bosniaca.

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