Poca acqua nel torrente Versa: è strage di pesci

La causa è della prolungata siccità e della mancata alimentazione da parte dell’Agro cormonese-gradiscano

MARIANO. Nuova strage di pesci nel torrente Versa. Come già accaduto in passato, anche in questo ottobre siccitoso il corso d’acqua tra la zona di Monticello e Fratta è rimasto nuovamente in secca con conseguente gravissimo danno per la fauna ittica. Solo grazie all’intervento tempestivo di alcuni volontari almeno 500 pesci sono stati salvati, ma tantissimi altri sono morti: sono stati trovati cavedani, carassi, scardole, carpe, alborelle, savette, pesci gatto, cobiti, barbi e lucci. L’acqua lungo l’alveo è presente in diverse pozze e i pesci, finché l’acqua c’è ed è profonda, vivono e si riproducono, ma quando poi si esaurisce restano in secca e muoiono. Come è accaduto in questi giorni.

Il Versa è una giungla, rischio esondazione



Per salvare la fauna ittica come già in passato si sono attivati Michele Tofful e Paolo Minen che conoscono bene il Versa: sono autori del libro “Il torrente Versa” e hanno dato un contributo al progetto dei nuovi lavori idraulici che inizieranno a breve. Per evitare nuove morie di pesci, è necessario realizzare le briglie nell’alveo come prevede il progetto e alimentare il Versa con le acque dell’Agro cormonese–gradiscano in caso di necessità.

«Per il Versa tra Mariano e Fratta, e anche per il Judrio che riceve le sue acque – evidenziano Tofful e Minen – è di vitale importanza l’apporto idrico delle acque dell’agro, il cui sistema prevede canali di scarico in questi corsi d’acqua all’altezza di Mariano e Romans. Siccome il Consorzio di bonifica attiva l’agro da marzo/aprile a settembre/ottobre (il periodo varia a seconda dei settori), ecco che una primavera o un autunno siccitosi possono provocare danni alla fauna ittica». Il Versa un tempo aveva sempre acqua, grazie ai suoi sedimenti argillosi e alle briglie che la trattenevano. I lavori di 15 anni fa hanno scongiurato il rischio di esondazioni, ma hanno stravolto l’ecosistema fluviale, facendo diventare il Versa tra Monticello e Fratta un torrente con portata discontinua, legata alle precipitazioni.

«Solo l’apporto idrico dell’agro tra Mariano e Fratta – sostengono Tofful e Minen – permette una portata costante nei mesi estivi e la vita dei pesci. Questa situazione provoca una cosiddetta “trappola ecologica”: la fauna ittica, credendo di trovarsi in un ambiente adatto prolifera in estate, ma in autunno l’assenza di acqua la uccide». L’elevato numero di pesci salvato e liberato nella zona di Capriva fa capire l’importanza del Versa per la fauna ittica e l’importanza della funzione dell’Agro. «Il Consorzio di bonifica – evidenziano Tofful e Minen – utilizza il Versa come scarico delle acque dell’agro e quindi il torrente svolge una funzione molto importante per il sistema irriguo della pianura. È sufficiente che il Consorzio, già così prezioso in certi periodi dell’anno per la fauna ittica, continui a immettere acqua nel Versa nei pochi momenti dell’anno (aprile e ottobre) in cui viene a mancare l’apporto delle piogge. Si tratta di poche settimane e nemmeno tutti gli anni». «Questo intervento andrebbe a completare – concludono Tofful e Minen – il progetto che la Regione ha predisposto per il Versa. Il ripristino delle briglie ridurrà l’erosione delle sponde e permetterà la formazione di buche d’acqua. Per completare l’opera manca solo lo sghiaiamento del tratto a monte del vecchio ponte di Mariano e la presenza costante del deflusso minimo vitale».

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