Più serrande alzate e gente in giro in tuta: Trieste fa le prove generali della fase due

TRIESTE La differenza, rispetto ai giorni precedenti, si è notata subito, fin dal mattino. Clienti in attesa davanti ai supermercati tutti rigorosamente dotati di mascherine, aspiranti runner scesi in strada in tuta da ginnastica per fare un po’ di moto - ora finalmente consentito -, e un numero nettamente superiore di negozi con le serrande alzate.
Tante le richieste arrivate nelle librerie, nelle cartolibrerie e nei negozi di abbigliamento per bambini, per i quali da ieri appunto è concessa la riapertura. Non tutti però hanno scelto di tornare in attività immediatamente, nonostante il via libera: più di qualche esercente sta sanificando e pulendo gli ambienti prima di ricominciare. Chi ha aperto, poi, l’ha fatto quasi ovunque con orari ridotti.
Ieri mattina nel centro cittadino due le librerie in attività, la Ubik e la Minerva, pochi invece i punti vendita di vestiti per bambini, alcuni alle prese con pulizie e trattamenti ad hoc.
«C’era già una persona fuori dalla porta prima dell’apertura - raccontano alla Ubik, nella galleria Tergesteo -. Poi il viavai è stato continuo, ma sempre nel rispetto delle norme. Possiamo ricevere al massimo due clienti al piano terra e quattro al piano superiore. E ci sono tante telefonate, sia per sapere se siamo aperti, sia per richiedere titoli, un po’ di tutto, anche libricini per intrattenere i bambini».
A poca distanza, in via San Nicolò, ecco un paio di persone fuori dalla Minerva. «Abbiamo deciso di aprire dalle 9 alle 13 e poi di dedicarci alle consegne a domicilio, viste le tante domande della gente - spiegano i titolari -. Qui nel negozio è possibile rivolgersi al bancone, e si può girare all’interno, alla ricerca di un libro, solo se c’è una sola persona presente. Comunque gli ordini via telefono, mail o messaggio sono tanti».
Chiamate continue, ma non tanti clienti anche nei negozi di abbigliamento per bambini. «Poca gente, ma molti messaggi e telefonate per la merce - dicono da Professione Mamma di Campo San Giacomo -. Le mamme chiedono soprattutto mascherine lavabili per i bambini, e poi scarpe e ciabatte. Per i piedi che sono cresciuti».
«Anche a causa del cambiamento di meteo non c’è stata tanta gente - confermano anche da Godina -, solo pochi clienti, peraltro molto disciplinati, già con guanti e mascherina. Già da settimane abbiamo attivato le consegne a domicilio e un contatto costante via whatsapp che ci sta dando tante soddisfazioni. Del resto nell’emergenza abbiamo deciso di coltivare i rapporti con i clienti seppur a distanza. Questo è il momento di sostenere i negozi della propria città, perché penso - concludono dal negozio - che vedere la propria città deserta e le saracinesche tutte abbassate non piaccia a nessuno».
Sul fronte dello sport, dopo petizioni online e appelli di sportivi e runner per tornare all’attività fisica all’aria aperta, in realtà non sono tanti gli amanti della corsa usciti ieri. Pochi sulle Rive, qualcuno in centro, più numerosi invece i triestini che hanno indossato tuta e cuffiette per una camminata sotto casa. E un po’ ovunque i triestini hanno rispettato l’obbligo di utilizzare sempre la mascherina. Anche se qualche trasgressore non è comunque mancato.
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