Picchione: «Quell’impresa è la più affidabile»

Così la soprintendente regionale richiamata giustifica l’assegnazione diretta dei lavori alla Lepsa dopo che due direttori regionali l’avevano ammonita
Silvano Trieste 01/07/2013 Palazzo Economo
Silvano Trieste 01/07/2013 Palazzo Economo

«Nulla è stato fatto che minimamente esca dalle leggi e dai regolamenti e di conseguenza nessun richiamo o avviso interno di qualsiasi natura mi è stato recapitato». Maria Giulia Picchione, probabilmente il più discusso soprintendente per i Beni architettonici e paesaggistici nella storia del Friuli Venezia Giulia, rispedisce al mittente anche gli attacchi che le sono stati portati riguardo al caso più recente che la vede protagonista: l’affidamento per via diretta senza gara d’appalto e sempre alla medesima ditta, la Lepsa srl di Roma, di quattro interventi di restauro monumentale per un ammontare complessivo di oltre un milione di euro: i primi due, per complessivi 600mila euro sulla cinta muraria di Palmanova, il terzo per 300mila euro su palazzo Cabassi sede udinese della Soprintendenza e il quarto per 150mila euro su Casa Bertoli che fa parte del Centro archeologico di Aquileia. «La legge ammette la procedura che ho adottato - rivendica Picchione - perché in tutti e quattro i casi è stato necessario agire per somma urgenza di conservazione di beni culturali, così come è previsto dal decreto legistativo 163 del 2006. Non solo - aggiunge la soprintendente - della procedura da me adottata erano perfettamente a conoscenza sia l’ex direttore regionale Giangiacomo Martines che l’attuale reggente Pierpaolo Dorsi. Di più, per quanto riguarda in particolare i due interventi di Palmanova, la stazione appaltante è risultata non la mia Soprintendenza, ma la stessa Direzione regionale. So che l’Associazione regionale dei costruttori edili ha richiesto l’accesso agli atti di queste procedure - conclude Picchione - ma nego di aver ricevuto qualsiasi tipo di richiamo da parte della Direzione regionale».

Lavori senza gara, richiamo alla soprintendente Picchione
La Soprintendente Maria Giulia Picchione

Ma nonostante la smentita della soprintendente, fonti fortemente accreditate riferiscono invece di un’intensa corrispondenza tra Picchione e Dorsi il quale oltre ad aver rilevato la mancanza della perizia giustificativa dei lavori nei tempi previsti, le avrebbe reiterato l’invito già avanzatole da Martines di applicare il criterio di rotazione nell’assegnazione dei lavori così come previsto dall’articolo 57 del decreto legislativo citato dalla stessa soprintendente. «Non esiste alcun obbligo di rotazione - ha ribattuto ieri Picchione - che del resto non sarebbe facile da applicare perché è indispensabile rivolgersi a soggetti che abbiano spiccate professionalità in settori altamente specialistici. La Lepsa a Palmanova ha fatto un lavoro stupendo, è logico dunque insistere con le imprese che danno forti garanzie di affidabilità. Ma non solo, che siano anche in grado di intervenire immediatamente, date appunto le situazioni di urgenza, e che abbiano la capacità di anticipare la spesa per l’effettuazione dei lavori». Considerazioni contestate da Valerio Pontarolo presidente regionale dell’Ance, che invoca l’applicazione dell’obbligo di rotazione perché «anche nella realtà del Friuli Venezia Giulia è presente una pluralità di imprese edili dotate dei requisiti di qualificazione anche per il settore degli appalti relativi ai Beni culturali».

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