Piano energetico: quanto costa non avere una strategia

Al Paese mancano un piano energetico di lungo termine e l’avvio di un processo meno abborracciato che non oscilli fra le isterie del momento

Omar Monestier

TRIESTE Efficace e assolutorio accusare Putin e la congiuntura internazionale per il rincaro della bolletta. Corrisponde naturalmente a verità che lo scontro sui destini dell’Ucraina costituisca l’elemento di maggiore perturbamento per gli equilibri mondiali. Eppure, come appare evidente durante ogni crisi legata all’energia, l’Italia ha responsabilità neppure tanto difficili da individuare. Al Paese mancano un piano energetico di lungo termine e l’avvio di un processo meno abborracciato che non oscilli fra le isterie del momento.

Comprensibili le perplessità sulle centrali nucleari all’epoca di Chernobyl, ma riesce difficile accettare, allora, la disinvoltura con la quale si comperano forniture dalla Francia (a carissimo prezzo) e dalla Slovenia che proprio dal nucleare provengono. Capisco i dubbi sui rigassificatori (ce n’era uno progettato anche lungo le coste del Friuli Venezia Giulia) e mi stupisco per quanti si lamentano oggi, anche qui, del costo del gas. Avessimo avuto l’impianto, le navi gasiere sarebbero potute arrivare dal Nord-Africa togliendo spazio alla Russia.

Infine, mi chiedo quale sia la strategia della Regione quando vara (e viene prontamente impallinata dal Governo) una legge sugli impianti fotovoltaici che ne rende di fatto impossibile la costruzione. Il Friuli e la Venezia Giulia sono luoghi meravigliosi, concordo, e il paesaggio va tutelato. Impedire però la realizzazione di piccoli impianti in aree da bonificare o non produttive per l’agricoltura non dovrebbe essere così complicato.

Sotto lo scacco dell’emergenza il Governo annuncia che potenzierà il prelievo del gas nazionale, aiuterà imprese e famiglie a reggere l’urto del rincaro delle bollette. Non sono ancora state prese in esame una destrutturazione della bolletta, nella quale convergono le voci più disparate, e una riflessione sugli utili delle aziende di distribuzione le quali, esercitando un monopolio di fatto, trasferiscono sui cittadini ogni ricarico. Questo sì sarebbe rivoluzionario.

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