Piano di risanamento Da Roma ok al Verdi E il bilancio è in attivo

Primo sì, avviato l’iter con il ministero dell’Economia Grazie ai conti del 2013 garantita una quota più alta sul Fus
Di Paola Bolis

Il ministero dei Beni culturali ha detto sì al piano di risanamento presentato dal teatro Verdi, e ha avviato le procedure per l’accoglimento del documento che deve ottenere anche l’avallo del ministero dell’Economia. La comunicazione da parte di Pier Francesco Pinelli, il commissario straordinario incaricato dal governo di vagliare i piani, è appena arrivata. Ed è un passaggio importante: con l’ok si attende una fetta dei 75 milioni complessivi (più 25 destinati alle emergenze) del fondo di prestito trentennale che il governo - con la legge Valore cultura dello scorso anno - dispone a favore delle Fondazioni lirico-sinfoniche che hanno chiesto di accedervi. Con un vincolo preciso: equilibrio economico e finanziario da raggiungere entro il 2016, pena la liquidazione coatta amministrativa.

Per il Verdi, che è stato il primo - tra gli otto teatri italiani che hanno varato il piano legato al fondo - a presentare a febbraio l’intera documentazione, all’ok di Roma si aggiunge un altro dato positivo: il bilancio consuntivo 2013 è in attivo. Il sovrintendente Claudio Orazi non vuole ancora parlare di numeri, in attesa che il consiglio di amministrazione - cui il documento finanziario è già stato illustrato - lo licenzi alla luce dell’attesa relazione dei revisori dei conti. È Orazi stesso però - assieme al sindaco Roberto Cosolini come presidente della Fondazione - a confermare l’attivo. Che a sua volta porterà al teatro ulteriori risorse. La legge prevede infatti che nel triennio 2014-2016 il 5% del Fondo unico per lo spettacolo sia destinato ai teatri che abbiano raggiunto il pareggio negli esercizi precedenti. Com’è appunto ora per il Verdi.

«Siamo soddisfatissimi - commenta Orazi - la nostra Fondazione ha operato alacremente per raggiungere questi risultati. La redazione del piano è stata svolta nel rispetto dei termini di legge e apprezzata dal ministero. Va sottolineato il lavoro di squadra del teatro e dei lavoratori, con i quali abbiamo chiuso già in gennaio l’accordo». Accordo sindacale che andava presentato a Roma, e con il quale i dipendenti - dopo avere rinunciato lo scorso anno a buona parte del premio di produzione pari a circa 500mila euro - hanno accettato di lasciare sul tavolo il 20% del contratto integrativo facendo risparmiare un altro mezzo milione di euro alla Fondazione. Assieme all’accordo, il Verdi - commissariato nel 2011 con 23 milioni di debito patrimoniale e un rosso di esercizio di oltre 4 milioni nel consuntivo 2010 - può vantare ora gli ultimi bilanci in ordine, grazie anche a un poderoso contenimento delle spese. Tra i punti cardine anche l’aiuto ottenuto dalla Regione che, dopo un primo consistente intervento datato 2011, ha abbuonato nei mesi scorsi la restituzione di 14 mensilità del mutuo da 20 milioni alleggerendo fortemente il debito patrimoniale (e i relativi interessi passivi). Lievissima la riduzione degli organici prefigurata, mentre per il prossimo triennio si prevedono bilanci a pareggio su una cifra che oscilla tra i 19,2 e i 19,6 milioni di euro.

Il Verdi ha chiesto a Roma di ottenere 11 milioni, cifra ritenuta congrua a garantire la sostenibilità del piano, prevedendo prudenzialmente per la restituzione del prestito un tasso del 2,5%, che è invece stato fissato allo 0,5%. La partita ora si sposterà sulla ripartizione della somma totale a disposizione: «Il debito complessivo delle otto fondazioni che hanno aderito al piano è di 211 milioni, più del doppio della cifra disponibile. Tutte dovranno rinunciare a qualcosa», ha detto pochi giorni fa lo stesso Pinelli in un’intervista. Anche di questo si parlerà venerdì prossimo a Roma, dove il commissario ha convocato i sovrintendenti per un incontro sui piani.

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