Parte il restauro del Museo ferroviario di Trieste

Martedì 18 luglio il ministro Franceschini, la governatrice Serracchiani e l’ad delle Fs Mazzoncini firmeranno l’avvio del cantiere
Uno dei modellini presenti al Museo ferroviario di Trieste
Uno dei modellini presenti al Museo ferroviario di Trieste

TRIESTE Non è un addio, bensì un arrivederci per il tempo strettamente necessario al rifacimento del look. Ora ci siamo: il Museo Ferroviario di Campo Marzio chiude ufficialmente l’accesso al pubblico per iniziare i tanto sospirati lavori di ristrutturazione indispensabili non solo per riportare l’edificio ai fasti di un tempo, ma soprattutto per evitare le copiose infiltrazioni d’acqua che negli ultimi tempi hanno intaccato il lato che si affaccia su via Giulio Cesare.

 

 

La firma per l’avvio del cantiere del Museo Ferroviario è prevista domani, martedì 18, con una cerimonia ufficiale riservata alla stampa e agli addetti ai lavori, fra il ministero dei Beni e delle Attività Culturali e del Turismo (Mibact) rappresentato dal ministro Dario Franceschini, la presidente Debora Serracchiani per la Regione Friuli Venezia Giulia, il sindaco di Trieste Roberto Dipiazza, Renato Mazzoncini amministratore delegato di Fs e Mauro Moretti presidente di Fondazione Fs.

 

Trieste, i treni e il Museo ferroviario dentro la stazione



Per l’occasione arriverà in città un convoglio storico della Fondazione Fs che trasporterà le autorità e gli invitati da Trieste Centrale a Miramare, per poi proseguire verso bivio Aurisina, Villa Opicina e raggiungere lo scalo di Campo Marzio attraverso la Transalpina, i cui lavori di messa in sicurezza si stanno completando. Quasi un buon auspicio affinché questa linea possa venir percorsa non solo da convogli storici, ma anche da quelli merci in arrivo ed uscita dallo scalo portuale visto l’aumento consistente di traffico portuale registrato negli ultimi mesi.

 

Il rilancio del Museo ferroviario passa dal valico di Monrupino



Non sono ancora noti tutti i dettagli dell’intervento di recupero di Trieste Campo Marzio, ma sicuramente si procederà a lotti ed il primo riguarda proprio la zona che ospita l’area museale, di cui probabilmente sarà aumentata la parte a disposizione del pubblico con nuove sale tematiche. Dunque una svolta significativa per la vecchia stazione di Campo Marzio, inaugurata il 19 luglio 1906 come capolinea sud della linea Transalpina (Wocheiner Bahn o Bohinjska Proga), nota anche come “il secondo collegamento ferroviario” fra il porto degli Asburgo e Vienna: una strada ferrata realizzata proprio per collegare in modo veloce e diretto la città con il centro Europa, evitando così di utilizzare i servizi più costosi e lenti della “ferrovia Meridionale” (l’attuale stazione centrale di Piazza Libertà).

Un edificio, quello che ospita il Museo Ferroviario, costruito tutto su un terreno da riporto sottratto al mare mediante un’operazione di interramento: infatti sul lato opposto della stessa via si può scorgere l’antica banchina frangi flutti, oggi utilizzata come basamento del muretto su cui poggia la cancellata del mercato ortofrutticolo.

Con l’avvio dell’intervento di recupero dell’immobile, cambierà anche la conduzione del Museo: infatti la gestione, fino ad oggi curata dall’Associazione DopoLavoro Ferroviario di Trieste grazie ai soci volontari della Sat (Sezione Appassionati Trasporti), da mercoledì 19 luglio passerà sotto la amministrazione diretta della Fondazione Fs.

Una lunga storia quella del Museo Ferroviario, iniziata nel 1974 per volontà di alcuni soci del locale Dlf che avevano iniziato a raccogliere vecchi cimeli e concretizzatasi successivamente nell’allestimento di una collezione permanente di foto, oggettistica, cimeli e rotabili proprio con l’apertura del museo stesso l’8 marzo 1984 alla presenza dell’allora ministro dei trasporti Claudio Signorile.

«Per noi volontari di questa struttura – afferma Roberto Carollo, responsabile del Museo – questo avvenimento segna il riconoscimento ufficiale da parte delle Ferrovie e finalmente il nostro sogno diventa realtà. Una felicità non solo mia, ma di tutti i volontari che hanno a cuore questo luogo».

Claudio Vianello, presidente dell’Associazione DopoLavoro Ferroviario di Trieste che fino ad oggi ha gestito l’immobile di Campo Marzio, è soddisfatto solo parzialmente: «Ritengo che la firma del protocollo – sostiene Vianello – sia positivo e rappresenta l’obiettivo che questa associazione ha perseguitoper tanti anni: resto altresì perplesso rispetto alla chiusura del Museo al pubblico, visto che la donazione di tutto il patrimonio non è ancora stata siglata davanti ad un notaio. Con la chiusura del Museo non capisco come si possa osservare il vincolo posto da parte dalla Soprintendenza».

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