Paoletti, il collezionista di poltrone e incarichi: presente in venti enti
Recordman. Antonio Paoletti, il presidente della Camera di commercio, fra poco sarà anche presidente (come annunciato in via pre-formale dalla presidente del Porto Marina Monassi) di Trieste terminal passeggeri, la Ttp che con il socio privato di maggioranza Tami gestisce Stazione Marittima e crociere oltre che parcheggi sulle rive.
Ma a questo punto Paoletti ha perso (e lo confessa egli stesso) il conto di tutte le sue cariche. Di quante società è presidente, consigliere di amministrazione, membro di giunta, delegato? A fare noi per lui la lista, sono più di 20. Forse a Trieste nessun altro ha un’agenda tale da non riuscire a tenerla a mente, una lista di centri decisionali in cui ha ricevuto a cascata, o conquistato nella cerchia dei pari, la sua poltrona. Collezionando dunque anche una rete assai vasta e intrecciata di conoscenze e relazioni che vanno dai commerci all’economia, dai porti alla cultura, dall’Italia all’estero.
Dove non c’è Paoletti. Questa domanda è più facile. Non c’è più nel cda dell’aereoporto, e nella società di servizi portual-ferroviari Alpe Adria avviata a scioglimento. Non è in Confindustria, non è in Confartigianato, non è nella Fondazione CrTrieste. Per il resto, a seguire la sua mappa, lo si immagina mentre sfreccia da una riunione all’altra, da un consesso a un cda, da Assoporti alla Mib school of management, dal teatro stabile Rossetti a Unioncamere, da Confidi (dove’è vicepresidente vicario) a Transpadana, il comitato promotore del Corridoio 5, da Uniontrasporti a Enasco, l’ente di protezione sociale dei commercianti di cui è presidente, dalla banca Friuladria-Crédite agricole al Comitato portuale, da Globus et locus, la società di studi sulla “glocalizzazione” che ha come presidente Piero Bassetti, a Assocamerestero, per poi planare su Aries, l’azienda speciale della Ccia che ha di fatto inglobato l’attività fieristica triestina.
Nei momenti liberi, c’è da seguire per Unioncamere il processo di internazionalizzazione delle imprese nei Balcani, il Consiglio federale della Confcommercio nazionale, e in ultimo anche il consiglio direttivo del Circolo della stampa di Trieste. Solo a fine 2011 è scaduto l’incarico triennale di vicepresidente esecutivo di Assonautica e quello di membro del consiglio direttivo. In mezzo a tutto ciò Paoletti ha ideato il Parco del mare, progetto per cui si è battuto con la forza di un mastino, e dalla prossima plancia di Ttp (che ha come sua “mission” quella incrementare il turismo a Trieste) tornerà certamente alla carica, non nasconde che questo è l’obiettivo.
Molte di queste infinite associazioni sono derivazione e riformulazione di progetti, problemi, obiettivi che riguardano le Camere di commercio i cui settori si intersecano e si raggruppano, si specializzano e si reinventano, producendo tuttavia in questo modo una selva di organi societari e direttivi e relativi consigli di amministrazione. Gettoni, gettoni di presenza a fiumi, dirà la gente che ormai è diventata maligna. Paoletti risponde qui sopra. Ma certamente la strada imboccata da tempo, con l’indicazione di Monassi a presidente dell’Authority espressa a tambur battente dalla Camera di commercio, Paoletti ha imboccato una strada non di sola rappresentanza. In Trieste porto servizi (Tps) è stato nominato presidente con funzioni anche di amministratore delegato («ma solo per qualche mese - afferma -, ho messo a posto i bilanci e me ne vado), e in Ttp ci sarà da lavorare: «Questa sarà una carica più seria, Ttp aiuterà lo sviluppo turistico della città e anche i progetti della Camera di commercio». Parco del mare? «Indovinato».
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