“Pane in sospeso” in un forno di Valmaura per i più bisognosi

L’idea è partita con successo dal negozio di via di Giarizzole I clienti lasciano alla proprietaria 50 centesimi di resto
Di Laura Tonero
Lasorte Trieste 17/04/14 - Giarizzole, Panetteria da Manuela, Pane in Sospeso, Pane per i Poveri
Lasorte Trieste 17/04/14 - Giarizzole, Panetteria da Manuela, Pane in Sospeso, Pane per i Poveri

Dopo il caffè "sospeso" di Napoli, arriva il pane "sospeso" a Trieste. La consuetudine ottocentesca che prevedeva che i clienti più abbienti dei locali napoletani pagassero per le persone che non potevano permetterselo passa dai banconi dai bar a quelli dei forni triestini. A lanciare l'iniziativa all'insegna dell'aiuto a chi ha più difficoltà economiche e della condivisione è stata la panetteria Da Manuela di via di Giarizzole 10. Un cartello appeso alla porta del negozio e anche all'interno della rivendita, segnala la bella idea.

La regola del "pane sospeso" è semplice ed è uguale a quella del "caffè" molto diffusa al Sud Italia. Dopo aver comprato il pane si può decidere di acquistarne altro per i più bisognosi. Il personale lo darà riservatamente a chi ne ha bisogno, a chi ne farà richiesta. Così come avviene nei bar di Napoli dove chi entra a bere un espresso può lasciare anche un caffè pagato per chi non può permetterselo. «A darci l'idea è stato un cliente, Stefano Gasperini, - spiega Manuela Serra che con il marito Massimo gestisce la panetteria - che si sta attivando per sensibilizzare una serie di rivendite di Trieste ad adottare questa iniziativa».

La panetteria Da Manuela ha dato il via alla raccolta del "pane sospeso" da una settimana «e sono rimasta senza parole - spiega la titolare - dalla grande partecipazione e dal l'entusiasmo per l'iniziativa dimostrato dalla gente di questo rione. Subito, con slancio di generosità, - i clienti hanno deciso in molti di non ritirare 40 o 50 centesimi di resto e di metterli a disposizione di chi ha bisogno. Qualcuno ha dato anche cinque euro». Dopo una settimana però, nessuno è ancora passato a chiedere di poter usufruire di quel "pane sospeso". «In pochi conoscono per ora l'iniziativa - valuta Serra - e va anche tenuto conto che alcuni anziani, sicuramente, hanno pudore a chiedere e ad ammettere in pubblico il loro disagio economico». Ovviamente il rischio è che a chiedere quel piccolo aiuto, quel cartoccio con un paio di rosette in regalo, ci sia pure qualche furbetto che magari non ha quell'estremo bisogno ma che non si fa alcuno scrupolo a sottrarlo a chi veramente non arriva a fine mese. «Qui nel rione le situazioni di difficoltà si conoscono - sostiene la titolare bella panetteria - ovviamente se l'iniziativa venisse adottata in un esercizio di maggior passaggio il rischio che il pane donato finisca nelle mani sbagliate può essere più probabile. Ma pazienza, - ammette - l'iniziativa è nobile e l'importante è che si aiuti qualcuno». Le prime a beneficiare delle offerte dei clienti della panetteria di Giarizzole sono state le persone assistite da una associazione di volontariato dove operano anche delle suore e che opera a pochi passi dalla panetteria. «Per pranzo acquistano molto pane - spiega Serra - così abbiamo consegnato loro 5 euro del "pane in sospeso". Su Facebook esistono ad oggi due gruppi triestini, "In sospeso" e "Un aiuto in sospeso", che sensibilizzano rivendite alimentari ad aderire all'iniziativa. A dare la sua disponibilità c'è anche la rivendita Da Nico di via Bramante che darà la possibilità ai clienti di devolvere qualche spicciolo per "pasta e pelati in sospeso".

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