Palazzo Carciotti, tetto e cupola pronti a primavera

Parte a mare consolidata per evitare che le vibrazioni danneggiassero i decori, ma il restauro generale resta un miraggio
Di Giovanni Tomasin
Lasorte Trieste 18/12/12 - Palazzo Carciotti
Lasorte Trieste 18/12/12 - Palazzo Carciotti

La primavera del 2013 vedrà la conclusione dei lavori per il restauro del tetto di palazzo Carciotti, sfregiato dalla bora feroce che quasi un anno fa strappò parte della copertura e della cupola. Eppure questo non basterà a dare nuova vita all’antico edificio. «Il tetto sarà completamente restaurato - spiega l’assessore ai Lavori pubblici Andrea Dapretto -, ma il resto del palazzo continua a non essere agibile: per restaurarlo servono 50 milioni che il Comune non può permettersi di investire, soprattutto alla luce degli esiti del Patto di stabilità».

Con tutta probabilità le opere pubbliche saranno infatti tra le prime vittime dei tagli. «Sarà tanto se riusciremo a garantire la qualità del patrimonio», dice Dapretto, che ribadisce lo scenario già evidenziato dal sindaco Roberto Cosolini: «La possibilità di spesa prevista è ridotta a un terzo, le finanze a disposizione sono esigue. Temo proprio che nel 2013 si parlerà ben poco di nuove iniziative».

Per il Carciotti, annuncia quindi l’assessore, non c’è soluzione senza una forte partecipazione privata. Per la parte rivolta al mare del palazzo ci sono ancora i due milioni messi a disposizione da Arcus, la Spa per lo sviluppo dell’arte, la cultura e lo spettacolo controllata dal governo, «ma per un recupero integrale dell’edificio l’unica via percorribile è ricorrere a un privato economicamente molto forte. Abbiamo iniziato una fase di interlocuzione in questo senso». Per quanto riguarda i lavori attualmente in corso, Dapretto spiega che serviaranno «a mettere a posto la cupola danneggiata dalla bora e, più in generale, a restaurare completamente il tetto che aveva problemi di infiltrazioni».

Il progetto di recupero era nato dal punto di vista contabile già nel 2010, spiegano gli uffici dell’assessorato, e mirava appunto a sanare i danni delle falde di copertura. Dopo l’aggravamento delle condizioni dell’edificio causato dal maltempo, l’intervento è stato esteso per includere anche il rivestimento della cupola. Il lavoro consiste nel rifacimento parziale, nel consolidamento e nel risanamento della struttura che sostiene il tetto: «È previsto lo smontaggio del manto di copertura e delle parti sottostanti - puntualizza l’assessorato -. Le tavelle (travi ndr) marce e deteriorate verranno sostituite». Alla riqualificazione delle travature seguirà il rimontaggio dell’orditura secondaria, del pannello di impermeabilizzazione e dei coppi, in parte nuovi e in parte originali. Verranno smontati anche i canali di gronda e le lattonerie, da sostituire utilizzando un rame adatto all’estetica dell’edificio. Nel corso dell’intervento si è proceduto a operazioni di consolidamento nella parte nobile a mare dell’edificio (che un tempo ospitava l’avvocatura) per evitare che le vibrazioni danneggiassero i decori in legno e gesso. «La Sovrintendenza ha approvato tutte le fasi del progetto - spiegano gli uffici -. C’è stato qualche ritardo in fase di approvazione, per cui è possibile che i lavori finiscano un po’ in ritardo rispetto alla data prevista del 19 aprile». A oggi il cantiere è arrivato al 30% dell’opera.

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