Operai reintegrati, la Fincantieri va in Appello

TRIESTE La società Fincantieri ha presentato reclamo, impugnando la sentenza dello scorso 26 luglio pronunciata dal giudice del lavoro di Gorizia, Barbara Gallo, in sede di Appello. La vicenda dei quattro operai, un saldatore e tre carpentieri, licenziati poiché «sorpresi a dormire», secondo l’azienda, per la quale era venuto meno il rapporto fiduciario, segna un nuovo atto giudiziale. Prevedibile in virtù di una linea precisa e determinata assunta dalla società con l’avvio del contenzioso promosso dai dipendenti. L’udienza in Appello, sezione Lavoro, è stata fissata il 5 ottobre alle 9.30.
Fincantieri ha dunque impugnato la sentenza goriziana attraverso la quale il giudice Gallo, rigettando il ricorso della società, il 26 luglio aveva ribadito il reintegro in toto dei quattro operai. L’azienda, a quel punto, aveva deciso di ottemperare alla nuova disposizione procedendo con il rientro dei dipendenti in cantiere. Si sono infatti presentati il 21 agosto per riprendere la loro attività professionale con la stessa collocazione, in Salderia B, e mansioni svolte prima del loro licenziamento. L’azienda aveva deciso di recuperare la forza lavoro alla quale invece aveva rinunciato nella prima fase giudiziaria non avendo allora ritenuto di avvalersi del loro servizio. Operai quindi stipendiati, a fronte anche della copertura delle situazioni pregresse relative a contributi, assicurazioni e stipendi, ma “dispensati” dal presentarsi allo stabilimento. Una scelta, quella assunta da Fincantieri, in ottemperanza delle ordinanze esecutive emesse dal giudice del lavoro solo dal punto di vista amministrativo.
Con il rientro in fabbrica, quindi, la società ha deciso di dar seguito in toto alla disposizione del giudice poiché «conseguente alla fase del merito, a differenza della precedente fase giudiziale che, come è noto, era solamente un giudizio sommario». In altre parole, rispetto alle ordinanze emesse in primo grado, il secondo giudizio, culminato in una vera e propria sentenza, era stato più approfondito chiarendo i termini della decisione di reintegrare i lavoratori. La società aveva comunque precisato che la decisione di applicare la sentenza non rappresentava una sorta di «accettazione acquiescente», facendo quindi presente di riservarsi ulteriori azioni.
E, come ci si aspettava dalla Fincantieri che ha espressamente mantenuto la convinzione circa le proprie ragioni volendosi affidare a tutti gli strumenti giudiziali garantiti, nel momento in cui gli operai sono stati ripresi in stabilimento, è partito il reclamo in Appello. Si apre dunque la seconda e ultima fase di merito, l’Appello, che rappresenta il terzo grado di giudizio previsto dalla legge Fornero la quale, in materia di lavoro, ne contempla 4 complessivi.
Si tratterà ora di capire se la sentenza del giudice Gallo verrà confermata, a favore dei quattro operai, oppure modificata, se non “riformata” a favore invece dell’azienda. La legge Fornero prevede il pronunciamento da parte della Corte d’Appello entro dieci giorni. Comunque ragionevolmente entro il mese di ottobre. L’ultimo passaggio giudiziale è quindi la Cassazione, fase di diritto. La vicenda era scaturita a seguito del turno notturno, tra il 14 e il 15 settembre del 2016, quando alla Salderia B gli operai erano stati “scoperti adormire”, o comunque in sospensione lavorativa non ritenuta regolare dall’azienda. La sera successiva i lavoratori che s’erano recati al lavoro erano stati fermati davanti ai cancelli dello stabilimento di Panzano ed era stata loro consegnata la lettera di licenziamento, lettera che l’azienda aveva comunque provveduto a inoltrare per raccomandata.
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