Open day al Porto di Trieste fra traffici e nuovi spazi

TRIESTE. Ha una gran fame di spazi il porto di Trieste. I Moli Quinto, Sesto e Settimo dove sboccano le “pluricorsie” dell’autostrada del mare per traghetti ro-ro Trieste-Grecia-Turchia, oltre che il terminal per i container che giungono anche dal Far East, sono ormai prossimi a un “felice” congestionamento. Ma lo eviteranno grazie ai forti investimenti italiani, svizzeri, turchi e danesi che sono appena stati fatti o già pianificati. Eppure lo scalo ha bisogno di espandersi ancora, non solo verso terra con i dry-port, ma ancora in mare verso Sud.
Se ne renderanno conto gli oltre 600 triestini che parteciperanno oggi all’Open day, che ancora una volta registrerà il tutto esaurito. La preview riservata ieri ai rappresentanti dei media ha fornito certezze in chiave futura. La Piattaforma logistica che offrirà un nuovo spazio di 120mila metri quadrati, di cui ben 80 mila sottratti al mare, ha superato il giro di boa di metà lavori, che non significa metà cronoprogramma essendo stata confermata l’inaugurazione già per giugno 2019. Come hanno spiegato Matteo Parisi dell’omonimo Gruppo e Vittorio Petrucco di Icop (che assieme a Cosmo Ambiente e Interporto Bologna hanno vinto l’appalto), sono già stati conficcati in mare 500 degli oltre 800 pali sui quali poggerà con dei pendoli una piattaforma di cemento che sarà “mobile” per evitare che si verifichino danni in caso di terremoti. Qui si potranno movimentare merci varie e container e arriveranno anche traghetti ro-ro.
Ma il terminal sarà ancora più ampio perché la Piattaforma si unirà al contiguo Scalo Legnami, preso in concessione dalla medesima cordata. Anche in quest’ultimo terminal ora le operazioni fervono. Ieri, e ne ha dato conto Ruggero D’Aloisio di Parisi Group, è arrivata dalla Cina una nave, la Stamina Sw (il nome non tragga in inganno, ndr) con ben 16 mila tonnellate di alluminio. Ci vorranno otto giorni per scaricarle e stoccarle nel grande magazzino “Rosa-Rosa” dove sono quotate alla Borsa dei metalli di Londra, la London metal exchange. L’alluminio partirà per le varie destinazioni europee a favore dei più vari utilizzi industriali. Sono invece destinate all’Azerbaigian e al Kazakistan le centinaia di auto nuove ora parcheggiate nel terminal. A tonnellate si nota il legname, fresco o trattato, stoccato sotto le decine di tettoie.
Si sta poi lavorando alla realizzazione di un più comodo accosto per il traghetto ro-pax per l’Albania che così in futuro potrebbe raddoppiare l’attuale toccata settimanale. Va ricordato che questo per Durazzo è l’unico servizio passeggeri che, Delfino Verde a parte, sopravvive nel porto di Trieste. L’espansione prosegue sul Canale navigabile. Recentemente il colosso finlandese Wärtsilä, ha spiegato Pierpaolo Piccin, per la prima volta nella sua storia - ed è accaduto proprio a Trieste - si è trasformato anche in terminalista. Dopo aver ceduto due capannoni dello stabilimento di Bagnoli della Rosandra a Interporto di Fernetti ha preso in concessione la banchina della Frigomar da cui fa partire in “autoproduzione” i motori destinati soprattutto alle centrali a gas. Lì accanto, lo ha ricordato Michele Da Col di Confindustria, la Redaelli continua a produrre le funi per piattaforme petrolifere e impianti di risalita da record del mondo.
Di cosa stia accadendo con i traghetti turchi e i container, entrambi settori in forte crescita, sono ormai a conoscenza tutti i triestini. Ieri si potevano ammirare la portacontainer oceanica Msc Beryl, quella mediterranea Msc Cobalto e i traghetti turchi Un Pendik e Meleq, oltre alla Stamina. Oggi arriveranno al Molo Quinto la Und Birlik e la Solakoglu, al Molo Settimo la Msc Lea, la Msc Claudia e la Msc Jenny. Lontani i tempi in cui le banchine di Trieste erano quasi sempre vuote.
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