Omicidio di Nadia, il sindaco di Dignano scrive a Mattarella

Lettera al capo dello Stato dopo i domiciliari concessi al fidanzato. «Obbligatorio il carcere per i reati contro le donne»

DIGNANO Una richiesta a «rimettere subito mano alla disciplina delle misure cautelari» rendendo obbligatoria l'adozione della custodia cautelare in carcere per i reati gravi contro la persona, «in particolare se diretti contro le donne».

Uccise la fidanzata in Friuli, ok ai domiciliari a Mazzega
+++ATTENZIONE LA FOTO NON PUO' ESSERE PUBBLICATA O RIPRODOTTA SENZA L'AUTORIZZAZIONE DELLA FONTE DI ORIGINE CUI SI RINVIA+++ Una foto di Nadia Orlando tratta dal suo profilo Facebook. La ragazza, 21 anni, è stata uccisa dal suo fidanzato, Francesco Mazzega, 34 anni, che questa mattina si è costituito presentandosi questa mattina alla caserma della Polstrada di Palmanova con il cadavere della giovane a bordo della sua auto. Udine, 1 agosto 2017. FACEBOOK

A formularla, in un appello al Presidente della repubblica, al ministro della Giustizia, a Csm e Anm e alle autorità dello Stato, è Riccardo Zuccolo, sindaco di Dignano (Udine), il paese dover risiede la famiglia di Nadia Orlando, la giovane uccisa dal fidanzato Francesco Mazzega, poi costituitosi alla Polizia, che ha vagato in auto col cadavere della vittima.

La lettera nasce dalla scarcerazione di Mazzega decisa dai giudici del tribunale del Riesame, che Zuccolo definisce «del tutto sconcertante e inaccettabile per una comunità ancora tramortita da un delitto così efferato, odioso e profondamente lesivo del nostro più profondo sentire».

«Le disposizioni di legge che consentono di adottare tali provvedimenti - prosegue il primo cittadino - oggettivamente appaiono ai cittadini come delle inconcepibili concessioni a pericolosi criminali, e vanno immediatamente modificate».

Un appello viene rivolto anche ai giudici, «che troppo spesso - nota Zuccolo - sono ormai costretti ad applicare leggi che contrastano profondamente con il sentire comune e che, per tale ragione, sono sempre più spesso esposti ad attacchi e a forme di delegittimazione del loro delicato ruolo, così da non poterlo più svolgere con la necessaria serenità.

Li invito quindi a fare sentire forte la loro voce di protesta e a chiedere, nelle sedi istituzionali opportune, la modifica di leggi così profondamente ingiuste»

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