Omicidio di Nadia, il sindaco di Dignano scrive a Mattarella
DIGNANO Una richiesta a «rimettere subito mano alla disciplina delle misure cautelari» rendendo obbligatoria l'adozione della custodia cautelare in carcere per i reati gravi contro la persona, «in particolare se diretti contro le donne».
A formularla, in un appello al Presidente della repubblica, al ministro della Giustizia, a Csm e Anm e alle autorità dello Stato, è Riccardo Zuccolo, sindaco di Dignano (Udine), il paese dover risiede la famiglia di Nadia Orlando, la giovane uccisa dal fidanzato Francesco Mazzega, poi costituitosi alla Polizia, che ha vagato in auto col cadavere della vittima.
La lettera nasce dalla scarcerazione di Mazzega decisa dai giudici del tribunale del Riesame, che Zuccolo definisce «del tutto sconcertante e inaccettabile per una comunità ancora tramortita da un delitto così efferato, odioso e profondamente lesivo del nostro più profondo sentire».
«Le disposizioni di legge che consentono di adottare tali provvedimenti - prosegue il primo cittadino - oggettivamente appaiono ai cittadini come delle inconcepibili concessioni a pericolosi criminali, e vanno immediatamente modificate».
Un appello viene rivolto anche ai giudici, «che troppo spesso - nota Zuccolo - sono ormai costretti ad applicare leggi che contrastano profondamente con il sentire comune e che, per tale ragione, sono sempre più spesso esposti ad attacchi e a forme di delegittimazione del loro delicato ruolo, così da non poterlo più svolgere con la necessaria serenità.
Li invito quindi a fare sentire forte la loro voce di protesta e a chiedere, nelle sedi istituzionali opportune, la modifica di leggi così profondamente ingiuste»
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