Ocean apre la contesa sui servizi del porto di Bar

Montenegro, il ministro dei Trasporti vuole allargare ad altri il business nello scalo. Erich Cossutta: «Pronti a disinvestire nel Paese. Apriremo un arbitrato a Londra»

TRIESTE Una seconda concessione per la gestione dei servizi portuali nello scalo di Bar potrebbe spingere Ocean srl a trascurare gradualmente il mercato del Montenegro spostando gli investimenti verso altri paesi. Il governo ha accolto dopo più di un anno la richiesta del ministro dei Trasporti e affari marittimi Osman Nurkovic e novembre ha dato il via libera a una gara per aggiungere un altro operatore nonostante il calo delle navi passate dalle 752 del 2014 alle 592 del 2018, a novembre 2019 ne sono arrivate 542 a ulteriore conferma di una riduzione costante.

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Silvano Trieste 2019-11-12 Top 500


A denunciare le pesanti ripercussioni è Erich Cossutta, presidente e socio di Ocean Montenegro e vicepresidente di Confindustria Est Europa, che anticipa anche l’intenzione di aprire un arbitrato a Londra dopo aver informato le istituzioni competenti montenegrine, la procura e l’Agenzia anticorruzione.

«La decisione del ministero dei Trasporti del Montenegro di aprire a un nuovo concessionario locale – spiega Cossutta – è basata su dati errati visto che al momento il trend degli arrivi delle navi è in costante calo. Si tratta di una decisione grave perché dice agli investitori che il Montenegro è un Paese dove regna l’incertezza giudica. È inoltre una scelta contraria alle prassi e alle regole europee (il Montenegro ha fatto domanda di adesione nel 2008 e sono in corso i negoziati, ndr) e potrebbe mettere in pericolo la sicurezza della navigazione visto che non è stato indicato come dovrebbero operare i due concessionari».

Ocean opera nello scalo di Bar dal 2010 a seguito della privatizzazione della Pomorski Poslovi con una concessione di 30 anni per il servizio di pilotaggio, ormeggio e dei rimorchiatori, attività svolta anche negli scali di Monfalcone, Porto Nogaro e Capodistria.

Complessivamente il gruppo fattura oltre 50 milioni di euro ed è composto da 16 società che danno lavoro ad oltre 450 persone anche attraverso l’attività di agenzia marittima e la tutela e la salvaguardia dell’ambiente lungo le coste della Toscana.

Nel mar Caspio invece il core business è la fornitura di servizi per le ditte che operano nell’estrazione offshore di petrolio e gas. A livello economico il Montenegro è un investimento marginale, ma strategico: «La decisione del ministero – spiega Cossutta – potrebbe danneggiare la cooperazione che abbiamo con il governo del Montenegro, Paese con il quale desideriamo continuare a lavorare sulla base delle buone pratiche commerciali e dei principi Ue. Come Ocean dobbiamo però fare una riflessione per capire se ha senso continuare a investire in un paese che sta facendo dei passi indietro importanti come testimonia questa seconda gara che non chiede le garanzie che erano state chieste nel 2010 aprendo le porte anche a gruppi locali senza alcuna esperienza ne capacità finanziaria. Siamo presenti – aggiunge – in tutti gli stati della dorsale balcanica, siamo un gruppo strutturato, dunque rinunciare a questo investimento non avrebbe ripercussioni importanti a livello economico». –


 

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