Occhiali in vendita da 92 anni, l’Ottica Trevi diventa storica

Il negozio con laboratorio di via Mazzini 43 ottiene il riconoscimento regionale. Nel 1965 l’attuale titolare subentrò al timone investendo dieci milioni di lire
L'interno dell'Ottica Trevi
L'interno dell'Ottica Trevi

TRIESTE Una storia che inizia nel lontano giugno del 1924, quando un commerciante triestino, Concetto Trevi, la cui famiglia di origine ebrea era titolare di un emporio nella centralissima via Mazzini, decise di aprire, sull’altro lato della strada, un negozio di ottica. Uno dei pochi attivi a quel tempo a Trieste. Lui che negli anni si era fatto le ossa lavorando da un grossista di occhiali. Sono passati ormai 92 anni e il marchio “Ottica Trevi” continua ad essere un punto di riferimento in città, sempre al civico 43 di via Mazzini. Peraltro in una cornice di prestigio, all’interno di Palazzo Salem, storico edificio cittadino. Un'attività che adesso potrà fregiarsi del titolo di “Locale Storico” del Friuli Venezia Giulia.

Da più di mezzo secolo il negozio viene portato avanti dalla famiglia Samueli, con in testa il titolare Fulvio, classe 1936, la moglie Licia e il figlio Paolo, oltre a tre dipendenti. «Tutto nasce quasi per caso - racconta Fulvio Samueli -. Avevo iniziato gli studi all’istituto tecnico Volta e volevo diventare radiotecnico come mio padre. Ma l’allora fidanzata di mio fratello aveva bisogno di qualcuno che guidasse il negozio di ottica di famiglia a Latina. Decisi dunque di prendere il diploma a Firenze, uno dei tre Istituti Nazionali di Ottica, insieme a Roma e Genova. Poi però loro si lasciarono e non se ne fece più nulla. Ma a quel punto la mia strada era tracciata». Samueli lavora per tre anni prima nel negozio “Fototecnica” di piazza Goldoni e poi all’inizio degli anni ’60 diventa dipendente di Ottica Trevi, alla cui guida c’è Stefania De Bresciani, la moglie del titolare, scomparso a causa di una malattia. «C’era un rapporto di grande fiducia con la proprietaria, che per me era come una mamma - spiega Samueli -. Un rapporto fondato su onestà e professionalità. Basta pensare che dopo poco tempo mi aveva già consegnato le chiavi del negozio. Lì ho imparato che il cliente è sacro. Ero uno di famiglia».

Tanto che, quando la signora Trevi scompare prematuramente, il passaggio di testimone dell’attività non può che andare a Fulvio Samueli, che nel ’65 rileva lo storico negozio con un investimento di 10 milioni di lire: «Erano parecchi soldi all’epoca. Fu un salto nel buio, fatto di sacrifici, prestiti di famiglia e notti insonni - racconta -. Ma le cose andarono subito bene. Erano gli anni della crescita economica, quelli del famoso “boom”. Oltre alla affezionata clientela dei triestini, si aggiungeva il flusso degli acquirenti d’oltre confine».

Ilsalto di qualità arriva qualche anno più tardi, quando il piccolo negozio di pochi metri quadrati si amplia con il laboratorio posizionato al piano superiore, dove un tempo c’erano degli appartamenti. Un doppio ambiente di circa 150 metri quadrati complessivi, collegato da un ascensore interno, frutto di un grosso investimento. «Erano anni in cui tutto questo si poteva fare. Oggi è diverso ed è tutto più complicato - conclude Samueli -. Prima è arrivata la crisi, poi una concorrenza spietata. Ma allo stesso tempo è calato il livello di qualità. Per i giovani è davvero difficile iniziare un’avventura di questo tipo. Io stesso non credo che oggi riuscirei a fare tutto quello che ho fatto in passato». Ma le regole del commercio rimangono sempre le stesse. «Ho insegnato a mio figlio quello che anch’io ho imparato da giovane. E cioè che per andare avanti servono serietà, preparazione e competenza. Oltre a tanti sacrifici. Ed instaurare con il cliente un rapporto cordiale e di fiducia. Non dimentichiamoci mai che il cliente viene prima di tutto».

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