Nucleare: "No sloveno a Krsko 2, intervenga Frattini"

Un caso diplomatico il rifiuto di Lubiana al coinvolgimento nel raddoppio della centrale. Savino: "La Regione contatterà il ministro". L'opposizione attacca Tondo, principale sponsor del progetto. Gottardo accusa Lubiana
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TRIESTE
. Nucleare, dopo il no di Lubiana all’Enel sull’ipotesi di partecipare al raddoppio della centrale di Krsko il Friuli Venezia Giulia si affida alle arti diplomatiche del ministro Franco Frattini.


«Il no di Lubiana non l’ho visto, sul tavolo non ho alcuna carta – spiega l’assessore regionale alle finanze, Sandra Savino con la delega all’energia – ci sono rapporti istituzionali tra Stati da rispettare, prima di commentare vorrei vedere il diniego della Slovenia al progetto. La Regione contatterà il ministro degli Esteri Frattini». E mentre il Fvg tenta di prendere le contromisure dal fronte dell’opposizione arriva una valanga di critiche contro il presidente della giunta, Renzo Tondo.


Da quest’ultimo nessun commento, e bisognerà capire se la questione, vista la fase delicata, sarà gestita direttamente dalla presidenza. Era stato Tondo infatti, nuclearista convinto, ad avanzare la proposta di collaborare con Lubiana sul raddoppio della centrale di Krsko attraverso l’Enel. C’erano stati interventi della Regione sul ministro Frattini e sul presidente dell’Enel, Piero Gnudi. Una scelta logica, Tondo aveva spiegato (considerato anche il no di Monfalcone, possibile sito individuato dal governo per una nuova centrale) che era inutile realizzare un nuovo impianto in Fvg vista la presenza di Krsko a 120 chilometri in linea d’aria (dalla quale l’Italia acquista energia) che poteva essere raddoppiata con la partecipazione italiana.


Ma sabato da Venezia, come è noto, è arrivata la notizia del «no» di Lubiana ufficializzato dall’amministratore delegato dell’Enel, Fulvio Conti. Un no che però, secondo la Regione, non è la posizione ufficiale della Slovenia. «Conti ovviamente è autorevolissimo – si affretta a precisare la Savino – ma in questi casi bisogna rispettare le vie istituzionali nei rapporti tra due Stati. Ci sono stati colloqui tra i due ministri degli esteri sul raddoppio di Krsko e non abbiamo sentito il ministro Frattini. La Regione lo contatterà per approfondire. E poi bisogna anche considerare che su Krsko non ci sono di mezzo solo gli sloveni, una parte della centrale (20%) è in mano alla Croazia».


Non si contano le reazioni, soprattutto dell’opposizione. «Sul nucleare in Fvg è finito il tempo dei trucchetti, ora il presidente Tondo deve pronunciarsi e dire no» sostiene l’europarlamentare e segretario regionale Pd, Debora Serracchiani. «Dobbiamo aprire gli occhi – continua – e renderci conto che nello sventurato progetto del governo di ritorno al nucleare è pressochè inevitabile l’impianto di una centrale nel Nordest. Dal momento che Formigoni e Zaia hanno detto no al nucleare in Lombardia e Veneto, non vorrei che la nostra regione arrivasse tardi».


Critico con Lubiana invece il Pdl. «La Slovenia è fortemente nazionalista e sfrutta l’appartenenza all’Ue, ma non è disponibile a nessuna forma di cooperazione», attacca Isidoro Gottardo, coordinatore Pdl in Fvg che fa notare come Lubiana «interferisce sul rigassificatore di Trieste mentre noi abbiamo sempre tollerato una centrale nucleare». «Non possiamo dare un giudizio positivo sia politico che della cooperazione internazionale – aggiunge Gottardo – la Slovenia si fa sentire con l’Italia solo quando deve tutelare la sua minoranza, ma poi non fa nulla o molto poco per far in modo che al superamento dei confini segua di fatto una cooperazione forte e naturale».


Ma è soprattutto l’opposizione a incalzare Tondo. «Ci chiediamo quali saranno ora le scelte di Tondo» incalza il capogruppo Pd in consiglio regionale, Gianfranco Moretton. «Vedremo se promuoverà il rigassificatore o se si porrà nella condizione di portarsi una centrale nucleare in casa».


Anche il consigliere regionale Pd Franco Brussa chiede a Tondo di «chiarire se Monfalcone è uno dei siti individuati dal governo» e accusa il presidente e la sua giunta di «superficialità nell’affrontare un tema così delicato». Conclude il consigliere dei Cittadini, Piero Colussi che chiede a Tondo «Perchè non ha impugnato, come altre undici regioni italiane, davanti alla Corte costituzionale la legge 99 del 2009 che delega al governo ogni decisione relativa all’individuazione dei nuovi siti nucleari?».


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