Non soltanto contro ma per far cosa?

Mentre Salvini cerca di uscire dal cul-de-sac in cui si è cacciato, per M5s e Pd si apre, comunque vada a finire la pseudo crisi d’agosto, la stagione del confronto. Dicano e si dicano cosa pensano e vogliono davvero provare a fare per uscire da questa palude rancorosa e improduttiva

Mentre Salvini cerca di uscire dal cul-de-sac in cui si è cacciato, per M5s e Pd si apre, comunque vada a finire la pseudo crisi d’agosto, la stagione del confronto. Dovesse farsi stringente nel breve, per dar vita a nuove maggioranze, avrebbe direzione obbligata: ragionare su un accordo “per” qualcosa e non solo “contro” qualcuno, cioè il capo della Lega col consenso che attrae e con la sua bramosia di pieni poteri.

Certo, sottrarre l’Italia a una deriva illiberale, sovranista e antieuropea è già un discreto collante. Ma il ritorno all’assunzione della responsabilità, il superamento della stagione dell’odio e della delegittimazione reciproca, la scrittura d’una carta delle priorità realizzabili in luogo delle illusioni con cui coltivare il voto possibile degli italiani richiedono altro cemento che l’asserragliarsi a difesa dal Capitano dentro castelli che risulterebbero di sabbia: la stessa su cui ci si può mettere giusto a ballare o a bere mojito, non a governare.

Immaginare un patto di legislatura va anche e di molto oltre lo scongiurare un aumento dell’Iva, l’evitare una procedura d’infrazione Ue o il ridurre il numero dei parlamentari. La debolezza vera del governo Conte è stata ed è il non saper costruire né un argine alla recessione latente, né una via lungo la quale cogliere i vaghi e saltuari sintomi di ripresa: porti chiusi e reddito di cittadinanza, cioè assecondare gli impulsi dell’elettorato ingigantiti a bisogni collettivi primari o scambiati per tali. Non altro. Il Paese reale è rimasto lo stesso, solo coi conti pubblici peggiorati e un clima di convivenza civile deteriorato a partire dall’esercizio più difficile di molti diritti. Dicano e si dicano M5s e Pd cosa pensano e vogliono davvero provare a fare per uscire da questa palude rancorosa e improduttiva. Magari insieme, ma prima di tutto cosa e come. È l’unica condizione per convincere chi oggi ancora non comprende questo dialogo pur non accettando questa drammatica impasse. –

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