Non decolla la riforma delle Authority

Il mantenimento di tutte le 24 Autorità portuali tali e quali a come sono adesso; la creazione di Authority regionali che vedrebbero confluire sotto Trieste, Monfalcone e Porto Nogaro; la costituzione delle Autorità portuali e logistiche di interesse strategico che in quella denominata Alto Adriatico vedrebbero Trieste e Venezia riunificate; la creazione di un’Authority nazionale alla quale dovrebbero far riferimento i porti di interesse strategico nazionale tra cui certamente Trieste.
Dalla riunione degli Stati generali dei porti e della logistica convocata ieri dal ministro di Infrastrutture e trasporti Maurizio Lupi non è emerso verso quale di queste ipotesi stia propendendo il governo nell’ambito del disegno di legge che dovrà riformare la legge 84 del 1994 sui porti. «Lo “Sblocca Italia - ha detto ieri il ministro - ci dà i tempi e gli obiettivi per realizzare il primo Piano strategico dei porti e della logistica. Entro fine febbraio sarà esposto al Consiglio dei ministri e poi verrà sottoposto al parere delle commissioni in Parlamento». Sostanzialmente un altro rinvio anche di una semplice esposizioni delle intenzioni del governo. “Specializzazione delle realtà portuali, razionalizzazione del sistema di governance, integrazione dei distretti logistici” rilevano in un passo le Linee generali del Piano e si specifica che «In questo contesto evolutivo può collocarsi una razionalizzazione delle Autorità portuali non condizionata dai veti reciproci dei sistemi locali».
«Ci sono porti che hanno un peso strategico per il Paese. Trieste, Genova e Gioia Tauro, per esempio, sono per vocazione e posizione uno dei punti di eccellenza», aveva detto Lupi a settembre a Ronchi dei Legionari specificando anche che «È chiaro che qui a Trieste c'è tutto il tema del dialogo con Venezia, basti pensare al tema della crocieristica. Ma il problema non è quello della concorrenza tra Trieste e Venezia, ma quello di un Paese che finalmente comincia a far sistema». A novembre a Reggio Calabria ha ripetuto: «Con il piano della portualità punteremo sulla razionalizzazione degli investimenti e sull’indicazione dei porti italiani che più competono nel mondo: Genova, Trieste e Gioia Tauro».
Nell’ottica di Lupi, Trieste potrà avere un vero presidente, accontentandosi prima di un commissario che comunque non arriva mai, solo quando la nuova legge sarà approvata. Di questo passo, ci vorranno anni. (s.m.)
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