Negozi chiusi nei superfestivi, il Fvg sfida Roma

TRIESTE. Una decina di giorni di chiusura obbligatori all’anno. E una “provocazione” consapevole al governo. È il dato politico più rilevante della riforma del commercio che il vicepresidente regionale Sergio Bolzonello conta di portare in aula a fine febbraio. Una mossa in controtendenza che con grande probabilità incontrerà i pareri contrari degli uffici, resistenze in Consiglio, e l’impugnazione da parte di Roma. Ma il Friuli Venezia Giulia tirerà dritto e sarà la prima Regione italiana a proporre una legge simile: «Sappiamo che susciterà delle contrarietà ma vogliamo che diventi elemento di discussione con il governo» afferma Bolzonello.
Già a fine 2015 il vicepresidente aveva annunciato che la riforma del commercio sarebbe stata uno dei primi assi d’azione dell’anno a venire. Quale iter l’attende? «Il testo è stato approvato in giunta una ventina di giorni fa e adesso subirà alcune modifiche attraverso emendamenti - spiega Bolzonello -. Verso la fine di gennaio andrà in commissione consiliare e, per la fine di febbraio, contiamo di portarla in aula». La carne al fuoco c’è, anche se si tratta principalmente di misure tecniche. «Una parte importante del testo è legata al mondo dei servizi - spiega Bolzonello - e contiene misure come la nascita di un unico Cata per i commercianti, la semplificazione della partita sulla gestione dei servizi commerciali e altre misure».
Un’altra “fetta” del provvedimento si rivolge al turismo: «L’operazione che conduciamo in quest’ambito vede la sua parte principale nella messa a disposizione di una decina di milioni di euro per infrastrutture, alberghi e altre realtà turistiche. Tutte piccole e medie imprese».
Ma la parte politicamente più consistente è proprio quella riguardante i giorni di apertura dei negozi. O meglio, i giorni di chiusura. Con la sua proposta la Regione sarà la prima a proporre dei paletti: «La nostra è una provocazione di tipo politico - dice Bolzonello -: sappiamo perfettamente che il nostro ufficio legislativo darà un parere contrario alla nostra idea e che poi il governo la impugnerà. Ma ciononostante vogliamo proporre la chiusura in una decina di giornate per tutto il commercio». Quali? «Le classiche, come Natale, Santo Stefano, il primo gennaio... Una decina in tutto».
L’obiettivo è lanciare un segnale: «Lo facciamo perché si apra una discussione politica seria che finora non è ancora stata fatta. Il parlamento è arrivato mille volte a un passo dall’approvare una norma, ma poi il confronto si è sempre fermato in commissione senza mai proseguire fino alla legge nazionale. Il nostro intento è creare un caso».
Comunque vada, è difficile che il cammino fili dritto come l’olio. «L’approccio sarà quello di ragionarci su con calma e vedere quello che vien fuori. L’opposizione degli uffici è molto probabile ma quelli sono problemi nostri. Attendo con curiosità il dibattito in Consiglio: voglio vedere se ci sarà la volontà di ragionare su un tema importante», commenta Bolzonello. Se la norma dovesse trovare «l’unità o quantomeno un’ampia maggioranza in Consiglio, contiamo di fare diventare la proposta un elemento di discussione con il governo». Si tratta di una materia dibattuta ormai da anni non solo in Italia: il confronto verte sullo scontro fra una concezione più anglosassone del libero mercato (per cui il privato non deve subire limitazioni temporali nell’esercizio della sua attività) e la visione continentale dei diritti dei lavoratori. Il tema è stato anticipato da Bolzonello nel corso della conferenza di fine anno della giunta, durante la quale aveva assicurato che commercio e turismo sarebbero stati i primi fronti di intervento del 2016.
Sul secondo ambito c’è anche la novità di PromoTurismo Fvg, il “gigante” nato dalla fusione tra Turismo Fvg e Promotur. Il nuovo ente dovrà gestire tre differenti settori: il marketing e la filiera di prodotto; il sistema dei servizi su tutto il territorio regionale; la parte amministrativa, i progetti Ue e il personale.
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