«Nedoh dal dentista con i soldi dell’Irci»

Dopo i primi controlli, gli ammanchi ammontano a 28mila euro Il magazzino comprato dai titolari del Bar Cristallo
Il bar Cristallo di via Ghirlandaio (Lasorte)
Il bar Cristallo di via Ghirlandaio (Lasorte)

Altri 3 mila euro sono passati dal conto dell'Irci a quello personale di Stefano Nedoh, la figura che fino a pochi giorni fa ricopriva la carica di tesoriere dell’istituto di via Torino. Sono saltati fuori dai primi controlli che ora il consiglio direttivo ha disposto su tutti i movimenti dei conti correnti dell’Irci. Che a disporre di quell’assegno da 25 mila euro e dei successivi 3 mila sia stato Nedoh ormai non sembrano esserci dubbi. Nella lettera inviata al Collegio dei Revisori dei Conti dell’Irci, lo stesso tesoriere si impegna a far “ricomparire”, attraverso lo smobilizzo dei fondi, l’importo dell’assegno nel conto dell’istituto ma fa riferimento pure ai 3 mila euro. Alla fine delle missiva infatti, di suo pugno, è stato invitato a scrivere pure che «i 3 mila euro saranno accreditati presso Unicredit Banca nei prossimi giorni».

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«Mi sono serviti per rimettermi a posto i denti», avrebbe dichiarato giustificando il bonifico a suo favore di 3 mila euro. Insomma i soldi degli istriani sono finiti a un dentista e in magazzino, ma non al 18 in Porto Vecchio, bensì in via Ghirlandaio dove una barista di origini marocchine ha acquistato ad un’asta giudiziaria un foro versando al Tribunale un assegno circolare da 25 mila euro dell’Irci. Il timore del consiglio direttivo è che le due somme “distratte” dal conto dell’Irci non siano le uniche. Che non si tratti di un episodio isolato ma di un sistema. Ma non ci sono ancora riscontri in tal senso.

Per questo motivo ora che il tesoriere è stato sollevato dal suo incarico (non ha però ancora rassegnato le dimissioni), il consiglio direttivo ha affidato il compito di revisionare tutta la contabilità dell’istituto dal 2013 ad oggi al professionista triestino Alfredo Paparo. Spetterà a lui tenere i conti dell’Irci e appurare se vi siano state altre irregolarità.

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Il magazzino di via del Ghirlandaio acquistato con l'assegno dell'Irci (Lasorte)

I primi controlli erano scattati proprio perché la documentazione esibita da Nedoh nel tempo era insufficiente. Mancavano parecchi estratti conto. Quello che dovrà essere chiarito è pure il rapporto che lega Stefano Nedoh a Bel Mouden Oafaa, la giovane marocchina titolare del bar Cristallo di via Ghirlandaio e, grazie a quell’assegno da 25 mila euro, pure dell’attiguo magazzino. Il bar gestito direttamente dalla donna è del marito Massimiliano Cesare. Ieri dietro al banco del locale c’era il fratello di Oafaa che ha riferito che i coniugi non erano disponibili a rilasciare dichiarazioni.

La donna sapeva della provenienza di quei 25 mila euro che le sono stati verosimilmente prestati? Era ignara di tutto e ha semplicemente accettato un aiuto economico? Dall’estate del 2013, quando sono avvenuti l’acquisto all’asta del magazzino e il versamento di quell’assegno circolare, lei e il marito hanno restituito alcune somme a Nedoh?

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